mercoledì 8 luglio 2009

OLTRE L'HOMO ECONOMICUS

Troppe notizie oggi da commentare! L'inizio del G8, la protesta, L'enciclica papale.

E' la prima volta che mi interesso di un'enciclica.

Forse sarà il momento in cui è stata pubblicata o la presenza di una crisi economica così grave da spingere a cercare di saperne di più.

I temi trattati sono su tutti i giornali: la dignità del lavoro, la condanna del capitalismo sfrenato e senza regole, il richiamo all'etica, la redistribuzione delle risorse, ecc. temi condivisibili da più parti.

Ma, cercando di documentarmi un pò meglio sui problemi economici,per quanto io abbia scarse conoscenze in merito, mi è capitato fra le mani un manuale di storia del pensiero economico e, dopo una sfogliata più o meno superficiale, mi sono soffermata sull'ultimo paragrafo che così riassumo:

Una cosa che accomuna gran parte degli economisti contemporanei, a dispetto della diversità degli orientamenti teorici, è l' interesse per i presupposti ANTROPOLOGICI del discorso economico.

Riconoscendo limitata la concezione che il BENE UMANO coincida con il bene economico, si tende ad ammettere che in un individuo vi possano essere molteplici impulsi e sentimenti che non sono riducibili all'angusto calcolo dell'interesse egoistico.

L'economia dunque non è una scienza in sè; è lo studio di un ASPETTO della vita dell'uomo in società, per cui il sapere economico non può restare avulso dalle altre filosofie sociali , nè i problemi sociali devono essere trattati come mere questioni tecniche e non come un aspetto della generale ricerca della Buona Vita.

11 commenti:

riccardo uccheddu ha detto...

L'economia svincolata dal bene comune conduce solo allo sfruttamento ed all'alienazione.
Il liberismo è lo sviluppo più drammatico e coerente di tutto questo.
Le stesse tutele sul luogo di lavoro, i controlli, le regole ecc. sono visti come "lacci e lacciuoli."
Bisogna porre al centro di tutto l'uomo con le sue esigenze e le sue emozioni, è questo che bisogna fare.
Altrimenti, si può dire dell'economia globalizzata quel che diceva S. Agostino degli Stati, che: "Senza giustizia, sono magna latrocinia, grandi associazioni di delinquenti."
Ciao.

AndreaCati ha detto...

Il fatto è che spesso si pensa che l'economia sia una scienza asettica, priva di un cuore pulsante, senza valori. Non dobbiamo dimenticarci che l'economia la fanno gli economisti, e molti altri specialisti, dunque gli uomini; noi uomini non siamo ancora in grado di non dare un contributo personale alle nostre ricerche alle nostre teorie.
Quello che voglio dire è che non esiste un'economia senza etica, senza valori. Può invece esistere un'economia svincolata da alcuni valori, non buona, con falle al suo interno.
Ciò di cui abbiamo bisogno è di un'etica più forte, che recuperi le grandi tradizioni del passato e sappia guardare avanti con fiducia, per affrontare il presente nel modo più concreto ed efficace possibile per superare questa crisi.

Paola D. ha detto...

"Un'etica più forte che recuperi le GRANDI TRADIZIONI del passato..."
C'è chi invece il passato lo vorrebbe cancellare e rifondare un'etica nuova, alla luce della nuova epoca. In effetti l'etica, anche questa, penso sia soggetta ai cambiamenti insieme alle consizioni socio-storiche che cambiano.

AndreaCati ha detto...

Infatti, le condizioni cambiano, i contesti, gli ambiti di ricerca e di sviluppo, i sistemi economici, i modi di scambio, le tecnologie ecc... Ma i temi sono quelli e soprattutto le nostre virtù con le quali possiamo affrontare le situazioni e le problematiche, sono sempre le stesse: prudenza, coraggio, giustizia, onestà, responsabilità, libertà.....
La storia ci offre tanto, se solo sapessimo sviluppare ciò che di buono ha sfornato. Mi riferisco alle filosofie antiche, il cristianesimo, il rinascimento, l'illuminismo...e certo che l'oggi non si può soltanto affrontare con lo sguardo rivolto al passato, ma di questo non ce ne possiamo dimenticare.

Paola D. ha detto...

@Riccardo: Penso che ci stiamo avviando verso la direzione indicata da S.Agostino, anzi che ci siamo già.

riccardo uccheddu ha detto...

Molto bene, Kinnie: quindi la pensiamo allo stesso modo.
Felice poi di trovare in Andrea Cati questo rimando a cristianesimo, rinascimento ed illuminismo: filosofie che si trovano tra loro in rapporto di maggior affinità di quanto non si creda.
Nè io dimenticherei il marxismo creativo di Gramsci e di R. Luxemburg.
A pRESTO!

andrea ha detto...

ah.

Miriam ha detto...

Grazie per il tuo commento nel mio blog, probabilmente anche tu come me ( spero come molti altri esseri della Terra)dai risalto al senso del "BENE UMANO", probabilmente non riconducibile esclusivamente al "bene economico", mi sembra d'intuire che c'è in te una ricerca attraverso i documenti teorici con particolare riferimento e interesse ai presupposti ANTROPOLOGICI! Mi diviene difficile tuttavia rimanere imbrigliata nei ragionamenti e nelle motivazioni strettamente filosofiche e teoriche, nonchè politiche.La storia di volta in volta ci ha presentato modelli e personaggi che non sempre hanno tenuto conto della vera identità ed essenza dell'individuo nel senso più ampio e nobile del termine. Penso alle grandi dittature e alle politiche fasulle e devastanti nei Paesi dove ancora regna il terrore e il popolo è costretto al silenzio e alla mortificazione della propria libertà di espressione e di fede. La vita degli individui e il progresso sociale(concordo con te) sono ben altro che "questioni tecniche", quasi mai si pensa che siamo oltre che un corpo fisico, anche spirito ed emozioni!
Non so, spero di non essere stata troppo confusionaria...mah, chissà!
Un abbraccio!!!

Paola D. ha detto...

@Miriam: Ti sei espressa molto charamente e penso anch'io che condividiamo molte idee.

@Andrea:la tua esclamazione mi risulta incomprensibile, sai, a volte non sono molto intuitiva. Comunque, benvenuto.

Miriam ha detto...

Ho letto il tuo parere nei confronti del mio pensare...Meno male che non ti ho confuso le idee, io spesso mi perdo perchè apro molte parentesi e poi chiuderle diventa un bel pasticcio!
Ciao, passa un bel fine settimana, bacioni!
Miriam

riccardo uccheddu ha detto...

Quel che è importante, anzi fondamentale, è tener conto dei presupposti anche giuridici e razionali (non solo emozionali) dai quali si parte.
Un'economia fortemente radicata su idee di giustizia ed applicazione di leggi, norme e procedure che rendano la giustizia ed il bene comune qualcosa di reale, farà evitare tanti drammi. L'ultimo in ordine di tempo, Viareggio...
Anche perchè un'economia di tal genere creerà un ethos, un costume che a sua volta renderà il rispetto per gli esseri umani, fatto naturale.
E questo, ovviamente, non si trova in rapporto di contraddizione col momdo dei sentimenti.
Anzi, proprio per tutelare gli esseri umani ed i sentimenti, è necessario un modello di sviluppo che stia dalla loro parte.
Ciao.