giovedì 17 settembre 2009

LA DONNA NEL SETTECENTO-2

I contenuti specifici della cultura illuministica relativi al problema della condizione della donna possono essere così sintetizzati:
l’affermazione dell’uguaglianza universale di tutti gli appartenenti al genere umano;
il riconoscimento dell’esistenza di alcuni diritti e libertà che tutti gli uomini possiedono per natura e che nessuno stato può eliminare o limitare;
l’idea che il progresso civile e morale sia frutto delle capacità della ragione umana.
Tra le conseguenze logiche di queste idee vi è sicuramente anche il riconoscimento dell’esistenza di pari diritti per uomini e donne e della necessità di rimuovere le discriminazioni esistenti ai danni di queste ultime. Ciò nonostante, la maggior parte dei filosofi illuministi non fu affatto favorevole all’uguaglianza tra uomini e donne. Come mai questa contraddizione

La storica Dominique Godineau ricostruisce, nei brani che seguono, la posizione dell’illuminismo sulla donna, i suoi diritti e i suoi rapporti con l’uomo.Il primo brano riassume le posizioni dei contrari all’uguaglianza tra uomini e donne, posizioni che erano condivise dalla maggioranza degli illuministi e, in particolare, da alcuni dei più importanti filosofi illuministi, quali Jean Jacques Rousseau (1712-78), Denis Diderot (1713-84).

Tutto ha inizio da un’evidenza: gli uomini e le donne sono fisicamente diversi. È la Natura che l’ha voluto, e la Natura non fa niente a caso. […] L’utero è l’organo femminile per eccellenza, quello che comanda tutti gli altri organi. Domina e determina la donna, definita perciò a partire dal suo sesso e non dalla ragione come l’uomo. […] La donna, infatti, non può avere lo stesso tipo di ragione dell’uomo. La sua è, come il resto della persona, sottomessa ai suoi organi genitali. Da tutto ciò deriva in gran parte la sua debolezza, e dunque la sua inferiorità. Da una parte è un’eterna malata, assoggettata regolarmente a mali che le sono propri: autentico handicap che non può permetterle di condurre una vita sociale attiva. Dall’altra, l’utero dominatore ne fa un essere eccessivamente sensibile, in preda a un’immaginazione sfrenata, esaltata. troppe sensazioni impediscono la maturazione delle idee, il passaggio dal sensibile al concettuale. […]

Le idee si fermano dunque al primo stadio, quello dell’immaginazione, un’immaginazione negativa, popolata da «fantasmi di ogni specie», infantile («O donne! siete dei bambini davvero straordinari» scrive ancora Diderot), incontrollabile e pericolosa. [….] Alla differenza anatomica e intellettuale tra i due sessi corrisponde una differenza di ruoli sociali. «Lo status di donna» è di essere madre, affermano Rousseau e i medici, che notano come la sua conformazione anatomica la predestini a tal compito. […] La donna degli illuministi è una sedentaria, le cui principali attività hanno per sfondo la scena domestica. D’altro canto, sostengono i medici, essa non è fatta per l’esercizio fisico: le sue ossa sono meno dure, anche e bacino le attribuiscono un’andatura poco sicura. Mentre suo marito rifletterà sul destino umano o uscirà per condurre una vita sociale, la moglie resterà a casa ad occuparsi dei bambini, a rendere l’interno il più piacevole possibile. Ogni sesso possiede le funzioni volute dalla natura: pubbliche quelle dell’uomo, private quelle della donna, che non vanno confuse se si vuole evitare una sovversione. […]

Mentre i Lumi [la cultura illuminista] dichiarano guerra ai pregiudizi, nemici della ragione, i filosofi non pensano di liberarsene per quanto riguarda le donne; e anche se pongono al centro del loro discorso la nozione di universale e il principio di uguaglianza che si basa sul diritto naturale, difendono l’idea di una «natura femminile» separata e inferiore. Il credere nella perfettibilità della specie umana è uno dei fondamenti del pensiero illuminista: il progresso della ragione costituisce uno dei motori della storia. Ma le donne sono situate al di fuori della storia: interamente determinate dalla loro fisiologia, sotto il segno dell’immutabile. La loro ragione, le loro funzioni, la loro «natura» non si evolvono.[da D. Godineau, La donna in M. Vovelle (a cura di), L’uomo dell’illuminismo, Laterza, Roma-Bari 1993, p. 400-403.]


La scrittrice inglese Mary Wollstonecraft (1759-1797) nel saggio Rivendicazione dei diritti delle donne; applicando i principi affermati dai filosofi illuministi, rivendicava il diritto delle donne a conseguire la propria libertà e indipendenza, soprattutto attraverso un sistema educativo che permettesse loro di ottenere una formazione culturale pari a quella riservata agli uomini.

È giunto quindi il momento per una rivoluzione nel comportamento delle donne, è il momento di restituire loro la dignità perduta, e di fare in modo che esse, in quanto parte dell'umana specie, si adoprino a trasformare il mondo, iniziando da se stesse. Per diventare rispettabili è necessario l'esercizio dell'intelligenza, che è elemento essenziale per l'indipendenza dei carattere: intendo dire in forma esplicita che esse devono chinarsi solo all'autorità della ragione, non più modeste schiave dell'opinione. Nei gradi [classi sociali] più alti [le donne] raramente si occupano di faccende serie e la ricerca del piacere conferisce una nota di futilità al loro carattere […] Ecco i benefici dei governi civili nella loro organizzazione attuale: il benessere e la frivolezza femminile, prodotti dalla stessa causa, tendono nella stessa misura a degradare l'umanità. Ma se si permettesse alle donne di essere creature razionali, le si inciterebbe ad acquisire virtù che possono chiamare proprie; perché, come può rendere nobile un essere razionale qualcosa che non si ottiene con i propri sforzi?[da M. Wollstonecraft, I diritti delle donne, Editori Riuniti, Roma 1977, p. 137]

5 commenti:

Andrea ha detto...

Scusa kinnie, un'osservazione - e un consiglio - che non c'entrano con il post. Per poter riprendere discussioni su post passati sarebbe bene avere visibili su un lato gli ultimi commenti scritti dai lettori (o da te), anche se si riferiscono ad articoli di qualche mese fa (un po' come nel blog "La botte di Diogene, per intenderci). Altrimenti si rischia che le discussioni vertano solo sugli ultimi post, ed è un peccato perché in tanti articoli non mancherebbero continui spunti di riflessione, essendo gli argomenti filosofici, come sai, inesauribili.
Grazie. Andrea

Paola D. ha detto...

Andrea,ti ringrazio del consiglio, solo che non so come fare. Se mi dai un'indicazione su dove andare forse potrò ovviare a questo inconveniente che mi rendo conto è un handicap del mio blog. Io sono un'autodidatta del computer e l'inglese lo sconosco.

Andrea ha detto...

Ahi, purtroppo non posso aiutarti (magari chiedi a mario...). Comunue mi pare tu abbia aggiunto qualcosa, anche se non quello che ti avevo suggerito (una cosa alla volta...).
Andrea

Paola D. ha detto...

Andrea, come vedi sono riuscita in parte nell'impresa che tu mi proponevi,attuando dei cambiamenti necessari.
Purtroppo non riesco più a trovarti fra i miei commentatori.

Anonimo ha detto...

un saggio breve sella donna nel 700?? risp x piacere..mi serve x domani