Girovagando fra i blog, mi sono imbattuta su alcune considerazioni che riguardano il concetto di schiavitù inteso non nel significato storico di schiavitù reale cioè "la condizione per cui un individuo rimane privo di tutti i diritti di persona libera e viene considerato come proprietà di un altro individuo" (Wikipedia), ma come quel tipo di schiavitù più propriamente spirituale che manifesta uno stato di dipendenza più o meno cosciente da qualcosa o da qualcuno.
Nel blog di Giovanna Giugni è citata una frase di Indro Montanelli che fa riflettere molto, nel senso che ci fa capire come a volte essere schiavi (o servi) non implica necessariamente una violenza esterna da parte di qualcuno, ma è uno stato che si sceglie o per ignoranza o per negligenza o piuttosto perchè a volte ci fa comodo, nel senso che ci permette di vivere in quello stato di passività mentale cui la pigrizia a volte ci conduce.
La frase in questione è:
Nel blog di Giovanna Giugni è citata una frase di Indro Montanelli che fa riflettere molto, nel senso che ci fa capire come a volte essere schiavi (o servi) non implica necessariamente una violenza esterna da parte di qualcuno, ma è uno stato che si sceglie o per ignoranza o per negligenza o piuttosto perchè a volte ci fa comodo, nel senso che ci permette di vivere in quello stato di passività mentale cui la pigrizia a volte ci conduce.
La frase in questione è:
La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi. (Indro Montanelli)
Interessanti considerazioni a questo proposito ho trovato anche nel blog di Coscienza Critica, cui rimando, e dal quale ho tratto l'indirizzo del video molto interessante che potete vedere semplicemente cliccando sul titolo di questo post.
Penso che questo argomento si presti a lunghe discussioni.