mercoledì 13 gennaio 2010

VOGLIO ESSERE MADRE, MA VOGLIO ANCHE LAVORARE BENE

No, non parlo di me: madre lo sono già e di lavorare ho finito( si fa per dire).

Quello che mi sembra interessante sono alcune iniziative portate avanti timidamente da alcune aziende ...del nord , oltre che dall'America, volte a favorire la piena integrazione delle donne lavoratrici.

Adesso non basta più alle donne la tutela della maternità ma, se si vogliono realizzare pienamente nel lavoro, espletando nel contempo le incombenze familiari che, a fronte di tutte le promesse fatte ormai da tanti anni sulla suddivisione del lavoro domestico e della responsabilità della crescita ed educazione dei figli, gravano ancora su di esse, serve una nuova organizzazione sociale.

Le donne sanno che sarebbero in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro se solo venissero sgravate da alcune incombenze, diciamo così, materne.

No, non è una buona soluzione quella ,caldeggiata da alcuni, di affidare i figli, fin da piccoli, a istituzioni pubbliche, togliendo quindi alle mamme il compito, ma anche il piacere e se vogliamo l'istinto naturale di educarli secondo i propri principi.

Alcune aziende si rendono conto che il lavoro delle donne è prezioso e quindi hanno imboccato la strada di studiare delle misure ad hoc per consentire ad esse di portare, se vogliono, i figli al lavoro, supportate naturalmente da baby sitter ed altri servizi, o realizzare una flessibilità di orario che consenta di cumulare le ore eccedenti per spenderle poi secondo necessità, o addirittura poter lavorare da casa telematicamente.

Questi e altri provvedimenti , ancora da studiare, verranno presi per permettere alle donne di conciliare vita e lavoro, come sarebbe giusto, " ma oltre alla fantasia servono leggi", dice la sindacalista Susanna Camusso in un'intervista per Repubblica.

Si prospetta così una nuova frontiera del welfare (necessaria).

3 commenti:

Toyo Perplesso ha detto...

Oltre a questo penso che serva che cambi la cultura ed anche gli uomini mostrino ai loro datori di lavoro di essere piu' impegnati direttamente in famiglia, di modo che questi non differenzino nell'assunzione e nelle promozioni fra uomini e donne, se non per alcune particolari esigenze:

http://www.genteepersone.it/2009/11/paternita-per-le-vostre-donne.html

Paola D. ha detto...

Certamente! Dev'essere una politica che non riguardi solo le donne, ma la società nel suo complesso.

Romina ha detto...

Sono pienamente d'accordo con la necessità di realizzare nuove e serie politiche di welfare nei confronti delle donne che lavorano.
In Italia siamo ancora paurosamente indietro.