martedì 11 maggio 2010

C'ERANO UNA VOLTA I PARTITI

Una volta i partiti erano veri, radicati sul territorio, formati da militanti per la maggior parte competenti ed esperienti, sostenuti da una precisa ideologia che si battevano per portare avanti coinvolgendo emotivamente gli altri, con vero spirito di gruppo.

Nessuno può sottovalutare il ruolo prezioso svolto, allora , dai partiti, specie da quelli di massa, come canali di rappresentanza, ma anche come scuole per l’alfabetizzazione politica (qualche volta, specie nel Sud, anche per l’alfabetizzazione senza aggettivi), come palestra democratica per la selezione di una nuova classe dirigente.

Oggi le leadership tendono a esprimersi in forma carismatica e individualistica; una grande parte della popolazione tende a mobilitarsi – temporaneamente e su singoli obiettivi o problemi – ma sceglie per farlo modalità organizzative lontane dal modello tradizionale dei partiti.

Infine interi settori che prima riconoscevano al sistema dei partiti politici un diritto di rappresentanza tendono oggi ad autorappresentarsi, anche attraverso diverse forme di accesso alla platea politica.

Oggi tutto è più veloce, non ci sono più i ragazzi che vestono in un certo modo, non ci sono più scontri idealistici. Oggi ci sono i circoli, le fondazioni, i blog, e ci sono i nuovi movimenti molto personalizzati.

Ho nostalgia di quel periodo, dell’epoca in cui pochissimi candidati potevano permettersi il lusso di farsi stampare i volantini elettorali; tutti gli altri, armati di carta e penna ti presentavano la “combinazione vincente” con quattro numeri da votare. Adesso si può votare un solo candidato (o addirittura nemmeno uno! L’eletto viene scelto dal partito: evviva la democrazia!!).

Oggi tutto è cambiato.

Oggi esiste la destra che come in passato tutela gli interessi di pochi e la sinistra che si accontenta di occupare piccoli spazi di potere rassicurando i conservatori e facendo qualche lagna rituale per la vita difficile di tanti.
Ma molti dicono che non ha più senso parlare di destra e di sinistra.

Oggi, però, è ancora presente un’ideologia reazionaria di destra,soprattutto leghista, ma soprattutto dilaga un torrente di stupidità in TV, nei giornali e anche nel web, che disgusta le persone pensanti e affascina le persone culturalmente più deboli lasciate a se stesse da una sinistra che ha rinunciato a qualsiasi impegno ideale, culturale, critico nei confronti del potere costituito .

Quelle che erano “le masse popolari” (scalpitanti) sono in buona parte diventate “masse addormentate”, cioè rassegnate.

La sinistra annoia a morte, non è seria né appassionante.

Il cittadino,isolato dagli altri, , stanco e frustrato, si “rilassa” ,osservando ciò che fanno gli altri, quelli finti, quelli lustrati a nuovo dai maghi della comunicazione di massa, quelli che ridono sempre o che parlano solo per parlare. Quelli che parlano e agiscono con facilità in una scatola che lo spettatore con altrettanta facilità può telecomandare tra uno spot e l’altro, senza decidere nulla, senza capire nulla, senza sognare nulla, restando “in pausa”. Restando imprigionato in una rete di pause.
Pause dalle angosce non risolte, pause dalle frustrazioni lavorative, pause dalla fatica di stare con gli altri. Pause che rendono non vissuto il tempo personale e che rendono le persone vulnerabili a idee semplici, come la rabbia verso “gli altri”, verso quelli che non sono personaggi televisivi ma persone reali, rabbia verso le soluzioni complesse a problemi complessi. e fame. Tanta fame di soluzioni semplici, di colpe da dare, di sicurezze da catturare con piccoli gesti e con la sottomissione a chi raccoglie l’essenza della stupidità di tante vite non vissute e la propone come una via d’uscita dalla noia, dopo aver venduto noia sotto le sembianze del divertimento.
La gente ci casca perché vuole sentire, pensare, agire poco.

3 commenti:

Anna Maria Rossi ha detto...

ciao. sono reduce da un convegno politico. io che non sono un'attivista ma mi limito a pensare che esistano ancora ideali nei quali credere e per i quali battersi. ebbene non essere così pessimista perchè qualcosa di buono c'è ancora. Tanti nodi ma anche speranza, fiducia, giovani, donne e uomini che ancora ci credono.

Paola D. ha detto...

Grazie:mi hai ridato un po' di fiducia!

Paola D. ha detto...

Si, però la personalizzazione della politica non si può negare e, dato che non esistono più le ideologie,almeno nei piccoli paesi si assiste ad un fiorire di liste e movimenti che non si capisce più da che parte stanno,tanto, come ha detto recentemente Franceschini, ormai non conta più essere di destra o di sinistra, contano le idee e chi ce n'ha una buona ben venga, ma le idee buone sono tante e così si assiste a prove di forza fra i candidati.Così mi pare. Ma almeno, per usare un'espressione ricorrente di Tremonti, c'è la pace sociale.