mercoledì 14 luglio 2010

BREVI RIFLESSIONI SULLA CENSURA

Da un bell'articolo di Umberto Eco ho tratto le seguenti riflessioni sulla censura:
In un tempo molto antico, le idee scomparivano per semplice oblio naturale.
Successivamente sono intervenute le persecuzioni religiose che imponevano certe visioni del mondo e certe idee a discapito di altre.
In epoca staliniana tutti conosciamo le manipolazione delle foto d'epoca con alcuni volti scomparsi.
E che dire del fascismo di casa nostra che riscrisse addirittura i libri scolastici per adeguarli alla corrente ideologia e al culto dell'immagine del Duce.
Ora non c'è solo la legge Bavaglio - spiega Umberto Eco - anzi fa scuola l'informazione tipo Tg1, con una massa di informazioni irrilevanti che ci istupidisce.
Nella nostra democrazia, per quanto apparentemente vediamo e sentiamo tutto e siamo informati su tutto, si ha qualche problema di trasparenza e questo avviene perchè la vera censura della politica di oggi non è nasconderci le cose, ma raccontarcene troppe.
"Sono convinto che nell'epoca delle comunicazioni di massa, dove anche le vecchie forme di dittatura si trasformano in populismo mediatico, la censura tradizionale diventi sempre più inefficace.
Qualcuno ha detto che se ci fosse stata internet l'Olocausto non sarebbe stato possibile.....
In realtà anche in dittature  come quella fascista la censura impediva che certe notizie fossero date pubblicamente, ma non impediva che esse circolassero in modo clandestino - e sovente la notizia sussurrata aveva un impatto maggiore della notizia resa pubblica.....

In fondo, a pensarci bene, l'intera macchina televisiva, coi suoi grandi fratelli, le isole dei famosi, le pupe e i secchioni, i dibattiti politici dove non conta quel che viene detto ma la vis polemica dei partecipanti,....altro non è che un immenso apparato per censurare notizie importanti  che pure vengono date, ma nella disattenzione generale."

La vera censura è data dalla disattenzione generalizzata, dall'eccesso di cicaleccio in cui annegano le notizie importanti.

Ecco perchè io non ho partecipato alla manifestazione contro la legge bavaglio: perchè limitando il numero di informazioni che possono venir pubblicate, queste assumono di rimbalzo un'importanza tale che finalmente diventano degne di attenzione, e non essendoci più come una volta la mormorazione bocca-orecchio, oggi il sussurro prenderà la forma della mormorazione-blog, restituendo dignità a una forma elettronica di tam-tam.

AGGIUNTO ALLE ORE 18

Poco fa, mentre cercavo delle immagini sulle epurazioni staliniane, mi appare un'immagine di Norberto Bobbio. Incuriosita, clicco e mi appare tutta la storia di Forza Italia costellata da slogan anticomunisti, con sottofondo musicale del noto inno "meno male che Silvio c'è".

Che ci fa Norberto Bobbio con Silvio???!!!!!

8 commenti:

Alberto ha detto...

Bobbio con Silvio?
Se non specifichi il link.
E' forse questo?

Paola D. ha detto...

Si,è questo.

Alberto ha detto...

Questo il testo riferito a Bobbio
Dopo la guerra, il filosofo Norberto Bobbio, in Politica e cultura (1955), pur sostenendo che il socialismo deve creare "nuove forme di libertà" senza abolire le antiche, ai paesi socialisti attribuisce il merito di avere "effettivamente iniziato una nuova fase di progresso civile, di democrazia sostanziale con la collettivizzazione degli strumenti di produzione", e concede che "il regime socialista, lungi dal sopprimere la libertà in astratto, sopprime le libertà che son diventate privilegi".

Paola D. ha detto...

Grazie dei chiarimenti.Ho dato anch'io un'occhiata in quel sito e, anche se non ho trovato il diretto collegamento, ho capito quali erano le intenzioni dell'autrice.

Bastian Cuntrari ha detto...

Ciao! Ho letto un tuo commento da Vincenzo Cucinotta e sono passata di qua. Sono assolutamente d'accordo con te per quanto riguarda la stupidaggine (del metodo) per la protesta contro la legge bavaglio. Imbavagliarsi per protestare? Ridicolo! Speravo che si raccogliesse la provocazione di Travaglio che aveva suggerito di uscire, in quella data, con dossier su tutte le informazioni delle quali, con la legge bavaglio, non avremmo mai avuto notizia. Ma si è preferito fare come il cinese che, per far dispetto alla moglie, si taglia gli zebedèi... Che furbi che siamo!!

Paola D. ha detto...

@BC:Grazie per la visita.
Mi trovo d'accordo anch'io su molte tue osservazioni che vado leggendo qua e là.Ricambierò.

Francesco ha detto...

Ciao Paola,
sono quel Francesco a cui hai “rubato” qualche giorno fa un apoftegma sul blog di MD per postarlo su FB. Ricordi?
Bene, lasciando un commento ad un suo post (“Ludwig, Giacomo e le pene di Haiti”), ho notato che in calce all’unico commento presente (il tuo), compariva anche un link che conduceva ad un altro blog. Oggi ci ho cliccato sopra ed eccomi qui..
Sono contento che anche tu abbia un blog. E adesso che l’ho scoperto, credo che verrò a visitarlo spesso..

Non molto tempo fa, per una amica con la quale si parlava di comunicazione, informazione ed informazioni veramente utili, mi sono dilettato a scrivere un micro-saggio (che poi le ho mandato per e-mail), che avendo molti punti di contatto con l’argomento del tuo post vorrei ora postare a mia volta in questo commento.
Occuperà un po’ di spazio, ma mi impegno sin da ora ad essere molto sintetico in relazione ad eventuali futuri commenti che dovessi lasciare su questo tuo “FRAMMENTI”, e magari ad essere anche più pertinente rispetto alle tue proposte di riflessione.
A questo saggio-bonsai detti anche un titolo: I braccati dell’informazione.
Ok. Vado???
Vado..

Il problema, secondo me, non è costituito dalla difficoltà di reperire le informazioni utili, ma da quella di arginare il flusso di quelle inutili. Le informazioni utili infatti ci sono già, a patto che si sappia cosa cercare. Se ad esempio giovedì devo andare a Milano ed ho deciso di andarci in treno, basta andare sul sito delle Ferrovie, selezionare il giorno, e leggere l’orario che mi interessa. Se non ho l’orologio mentre la persona che è vicina a me ce l’ha, basta chiederle l’ora. Le informazioni dalle quali veniamo inondati servono in realtà solo a chi ha interesse a far sì che ci raggiungano. Ci troviamo nella stessa situazione dello storione, che se vuole risalire alla fonte del fiume deve nuotare controcorrente e schivare l’acqua che gli si fa incontro, oppure in quella del soldato del medioevo, che per raggiungere il nemico e conquistare le mura del castello, doveva schivare nugoli di frecce, pietre e colate di olio bollente.
Insomma, la sensazione che si ha è che da ogni parte si cerchi di catturare la nostra attenzione. Non siamo noi ad aver bisogno dell’informazione, ma è l’informazione ad avere bisogno di noi. Ci cerca, ci annusa, tenta di stanarci, fino a quando non riesce ad impossessarsi della nostra anima e riesce a farci fare quello che ha deciso che dobbiamo fare. È così che si crea il cosiddetto essere sociale, l’essere perfettamente adattato, felice di fare ciò che i media vogliono che faccia. Ed è così che ci rubano la vita. Da soggetti che dovrebbero essere in grado di pensare e progettare la propria vita ad oggetti che pensano di essere soggetti, quando sono invece solo il bersaglio delle informazioni inutili messe in circolo da chi detiene potere e capitale. Insomma, il rapporto sano con l’informazione è stato ribaltato: non siamo più noi a cercare l’informazione ma è l’informazione che cerca noi. Siamo i braccati dell’informazione.

Spero di non aver abusato troppo della tua pazienza..
Con stima,
Francesco

Paola D. ha detto...

@Francesco: per nulla, anzi mi pare azzeccata l'immagine del nuotare controcorrente per cercare di raggiungere le informazioni utili cercando di difenderci da quelle inutili che ci assalgono e ci distolgono dai nostri più autentici obiettivi.