mercoledì 4 agosto 2010

EMOZIONI INTELLIGENTI

Come si sa, la vecchia contrapposizione tra razionalità e sentimento è stata abbandonata e adesso filosofi e studiosi stanno utilizzando l'affettività per rifondare la morale.
Appurata ormai la fragilità esistenziale di ognuno di noi, che sfugge il più delle volte ad ogni tentativo di analizzarla e comprenderla in termini puramente razionali, cade l'esigenza di postulare "imperativi categorici" o fare della ricerca dell'interesse individuale l'unico movente all'agire umano.
In realtà, tutto quello che facciamo, si tratti di un semplice gesto o di una serie di azioni, possiede una coloritura affettiva che sfugge ad ogni giustificazione razionale e che invece motiva la nostra attitudine morale.
La ragione , infatti, cerca sempre di contenere i nostri affetti, per evitare che sfuggano al nostro controllo, tuttavia pensieri ed emozioni non sono mai del tutto separati.
Come trovare allora un equilibrio tra i sentimenti,che spesso possono farci precipitare nell'irrazionalità più assoluta, e la ragione, che può dare certo una direzione coerente alla vita, ma rischia di interromperne il movimento e lo slancio?
Il regime capitalistico suggerisce agli individui dei comportamenti estremamente razionali che spingono a perseguire esclusivamente il proprio fine individuale, ma ci sono delle "ragioni" che ci agitano - anche quando vorremmo restare tranquilli ed evitare che un sentimento nato all'improvviso sconvolga i nostri progetti - e sono parte integrante della vita.
E permettono spesso di capire ciò che, nell' esistenza di ognuno di noi, ha veramente importanza.
Spesso sono i sentimenti che emergono quando si balbetta qualcosa o si inciampa, che lasciano intravedere quel barlume di verità che è in noi.
La capacità poi di riconoscere, direi in modo quasi riflesso, le stesse emozioni negli altri, cioè l'empatia, ci rende più consapevoli  e tolleranti non solo nei confronti delle debolezze altrui, ma anche  delle nostre.
E con questo non si vuole fare l'apologia dei buoni sentimenti, ma sostenere che, proprio attraverso i sentimenti si arriva non solo a capire l'estrema vulnerabilità della condizione umana, ma anche a promuovere e riabilitare il senso del vivere insieme.
In conclusione, le emozioni, quando se ne fa un uso intelligente, ci permettono di costruire una morale contestuale,che sia cioè in grado di tener conto della complessità e delle contraddizioni della vita quotidiana.

5 commenti:

Ornella ha detto...

Io sono tutta sentimento, anche se in alcune circostanze, per non soffrire troppo, devo impormi di essere razionale, una razionale col cuore che batte a mille.:)

Paola D. ha detto...

Io sono come te ( ma chi non lo è?).
Mentre tu commentavi, io stavo modificando il mio post che ti consglio quindi di rileggere.

Ornella ha detto...

Ah, l'empatia.... Mi ha sempre fregata, fin da bambina!

Il verduraio ha detto...

Post interessantissimo!
Personalmente, più che di affetti, punterei il dito su ciò che viene definito, fin dai tempi dei greci, come irrazionale. Il problema della scissione parte da lì. Il primo anno di vita degli esseri umani è irrazionale, ma sostenere che è privo di pensiero è la negazione orribile che ha condotto a fondare l'identità umana sulla ragione ed a pensare che ciò che non è ragione è caos. In realtà sarebbe bastato il semplice pensiero che quando dormiamo non abbiamo più la coscienza e la ragione, ma non per questo smettiamo di pensare. Ne deriva che quindi esiste una forma di pensiero che sta a monte del pensiero razionale e verbale ed è il pensiero per immagini, proprio quello che si sviluppa alla nostra nascita e ben prima del pensiero verbale. Per cui, volendo fare una battuta, in principio non fu il verbo ma l'immagine.

Paola D. ha detto...

@il Verduraio: interessante il tuo commento, però nel post si parlava anche di morale e anche della necessità di coniugare il razionale con l'irrazionale, cioè di rivalutare la parte emozionale, i sentimenti, che sono in realtà quelli che ci guidano nelle scelte più importanti.