lunedì 31 gennaio 2011

LA DONNA OGGI ULTIMO ATTO

Qualche tempo fa credevo di aver completato la mia ricerca sulla condizione femminile nel tempo ma mi accorgo che questa, negli ultimi anni, sta subendo un'ulteriore evoluzione, per cui sento di dover puntualizzare ancora alcune cose.

Certo non è giusto generalizzare ma, a giudicare da quanto si ascolta nei media, la situazione della donna sta subendo un'ulteriore involuzione rispetto alle conquiste che si credevano già effettuate a partire dal femminismo in poi.

Che poi ci sia stata una vera e propria rinnegazione del movimento femminista, questo è quanto appare ai nostri occhi osservando la sempre crescente mercificazione che la donna fa del suo corpo.
Ripeto, non si può generalizzare, ma bisogna un attimino (ho detto un attimino!) fermarsi a considerare quello che sta succedendo.

 La condizione della donna e' sempre stata caratterizzata da una situazione di inferiorità sia su piano sociale che giuridico e politico .Questa discriminazione a danno della donna. viene giustificata per lo più da una sua pretesa inferiorità fisica, ma anche da quella che è la caratteristica fondamentale della femminilità: la funzione riproduttiva che, sottraendo tempo ed energie alle altre attività cui solitamente si dedicano i maschi, la relega nel ruolo di dispensatrice di cure per gli altri, mettendo spesso in secondo piano se stessa , le proprie aspirazioni, a volte la propria dignità di essere umano.
Il Femminismo fu un evento che operò un taglio nella storia umana.

Da allora la donna ha, non ancora conquistato, ma almeno ambito ad avere gli stessi diritti fino ad allora riservati agli uomini ma, c'è un ma: gli uomini non procreano, non sono costretti a stare nove mesi in una condizione fisica precaria e instabile, ed è tutto tempo ed energia che essi dedicano ai rapporti sociali, alla creatività ( che a volte può anche essere distruttiva) alla realizzazione delle proprie aspirazioni.

Eppure, passato quel periodo di fragilità, penso che l'atteggiamento nei confronti della prole non debba registrare significative differenze a livello istintuale fra i due sessi, a meno che queste differenze comportamentali non siano dettate dalla cultura nella quale si è cresciuti.
Cosa che credo avvenga quì da noi e che, merito anche dei movimenti sorti a partire degli anni settanta, si tende a superare, non senza significative resistenze da parte maschile ( è difficile recedere da posizioni di supremazia consolidate da secoli, mentre è più facile si tenti di superare condizioni di inferiorità).

Così la donna ha dovuto lottare, e molto, per dimostrare a se stessa e agli altri di non essere inferiore anzi, per certi aspetti, ha dato prova di superiorità rispetto al genere opposto, specialmente per la sua abilità nel multitasking e per la sua affidabilità nel lavoro.

Accennavo all'immagine che traspare dai media: donne che non vogliono più lottare, che scelgono la via più breve per soddisfare le proprie ambizioni, che è quella di puntare sul proprio aspetto per ottenere guadagni facili e rapidi avanzamenti di carriera.
Ma questo, ancorchè sia un costume sempre più diffuso, specialmente fra le giovanissime ( e quì la carenza di una solida educazione gioca il suo ruolo importante), credo tuttavia che rappresenti un'eccezione che conferma la regola: le donne sono sempre più presenti nel mondo del lavoro, nel sociale e nella vita pubblica e dimostrano capacità adeguate ai loro nuovi ruoli.

Riguardo al femminismo, ritengo che oggi non ci possa essere donna che intimamente non lo sia, anche se certe rivendicazioni ormai acquisite a livello di mentalità non necessitano più di essere riproposte ma , attenzione: quello che si legge nei giornali e l'esempio che ci viene dall'alto del potere possono seriamente dare un colpo alle conquiste ottenute, incidendo profondamente sulla mentalità delle nuove generazioni femminili, complice un certo permissivismo genitoriale e la situazione di degrado in cui versa oggi la scuola.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Hanno già inciso stiamo tornando al vecchio modello familista, la violenza non viene denunciata perché le donne oltre ad essere vittime, si infliggono ulteriore dolore e non denunciano credendo loro la colpa, il patriarcato ha tolto molto di quello che le nostre sorelle femministe avevano portato di rivoluzionario (la parola è giusta) nella società.
Bellissimo blog e bellissimo post.
Ciao.

Stefania ha detto...

Siamo lontani dal rispetto e dalla parità. Noi donne siame le prime a sentirci in colpa quando non assolviamo tutti i nostri presunti compiti. Tocca a noi partire in direzione del rispetto dei nostri diritti , essendo convinte di averli quei diritti , altrimenti nulla ci sarà dato ...baci

Enrico Bo ha detto...

E' sempre stato difficile essere donno in effetti. Bello il tuo blog!

Paola D. ha detto...

@Enrico, tu dici che è stato sempre difficile essere "donno".
Sarà un lapsus o, forse inconsciamente intendevi che anche essere uomini non è poi sempre tanto facile...