sabato 1 ottobre 2022

Come mi ha cambiato la pandemia

 Prima frequentavo la palestra e un corso di pittura. Poi l'accesso venne negato. Dopo due anni ho scoperto che non mi va più di andare in palestra né di dipingere.

Prima andavamo spesso a pranzare al ristorante. Ora ho scoperto che non mi va più di andare fuori a cena né di uscire da casa.

Prima mi truccavo per uscire e mi vestivo meglio, ora esco solo per fare la spesa e non mi va più di cambiare vestito. 

Non vado nemmeno in negozio a comprare qualcosa di nuovo perché tanto esco solo in macchina vestita da casa. 

Le mie paure sono aumentate e cerco ogni scusa per non uscire. 

Non faccio più visite né ne ricevo. 

Non vado più dal medico per i controlli di routine. 

Non vado più al cinema né a teatro 

La mia mente si è impigrita e sono diventata sempre più solitaria. 


6 commenti:

Enzo ha detto...

La pandemia è una scusa servita su un piatto d'argento, se volessi usare un termine medico direi che la Pandemia è stata solo la base su cui potevano impiantarsi patologie molto più gravi e astutamente pilotate. E si sono impiantate. La depressione non uguale alla solitudine, sono due cose completamente diverse: io vivo in solitudine quasi tutte le cose importanti della mia vita, soprattutto quelle intellettuali, ma non sono depresso, non trovo interlocutori che è faccenda diversa. La nostra è una società fasulla fondata su non valori e su ritmi di vita artificiosi, è bastata una normale epidemia virale più diffusa del solito a far saltare in aria tutti i nostri equilibri. La verità che svuotati come ci siamo ridotti, divorati da un chiasso perpetuo, frastornati da verità contraddittorie, adesso tutti questi fantasmi ci fanno paura. Abbiamo paura, il Covid e le sue varianti ci fanno paura e per ossequiare tale paura ci allontaniamo da ogni altra attività, peggio le riteniamo futili e pericolose. E' come una margherita cui strappiamo un petalo per volta: alla fine resta uno stelo senza vita. Noi. La depressione ci conduce a una solitudine cattiva, a mio parere è quello che hai descritto tu, perdonami la diagnosi da strizzacervelli non richiesto ma è la mia opinione. E' necessario considerare il Covid come qualsiasi altra influenza e tornare a vivere mandando affanc...o i soloni delll'apocalisse. Si sta soli, ci si veste, si va al ristorante per se stessi, si ascolta musica per guarire l'anima, si legge e si guarda il panorama di questa terra perchè ci appartiene e l'amiamo. Solo l'amore conta, i tamponi molto meno.

Paola D. ha detto...

Tu dici " solo l'amore conta". Bisogna vedere cosa si intende per amore. Io prima amavo la pittura, la natura, me stessa, la mia casa, i miei figli, gli amici. Ora la mia anima si è insterilita, non riesco più a provare sentimenti, solo la paura è rimasta e la diffidenza degli altri e di me stessa in confronto con gli altri. Prima la pandemia poi la guerra :ci instillano paura per tutti i pori. I cambiamenti climatici di cui parlano sempre ci fanno paura. La paura e l'ansia sono i sentimenti dominanti e non resta più spazio per altro.

Riccardo Uccheddu ha detto...

Ciao Paola, condivido quanto scritto da Enzo.
Detto questo, devo però aggiungere che ti capisco: certe misure, pur necessarie, hanno influito potentemente e pesantemente su di noi e sul nostro modo di intendere la vita, i rapporti con le persone e perfino quelli con noi stessi.
Però dobbiamo reagire, perché temo proprio che certe paure ci siano state instillate da chi ha interesse a controllarci ed a farci sentire insicuri.
Il problema è che rispetto per esempio agli anni '60 e '70, ora è purtroppo molto più difficile trovare degli spazi per incontrare le persone e scambiare idee, opinioni o anche "semplici" risate.
Non lo so, forse sono stato un po' cerchiobottista, ma il fatto è che è dura avere un'opinione univoca su cose come queste.
Un caro saluto.

Paola D. ha detto...

Riccardo, grazie per essere intervenuto. Tu parli degli anni 60 e 70, io ti dico che non solo non c'erano i mezzi tecnologici di oggi per cui si era costretti a uscire di più per incontrare persone, ma eravamo anche più giovani e con altri interessi per la testa per cui speravamo più facilmente le paure

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

È possibile avere questa reazione, ed il segreto è secondo me provare almeno per una volta a sforzarsi di uscire, in quanto se è un qualcosa che ami ed amavi fare come la palestra se ho letto bene, potresti dover soltanto recuperare "l'abitudine" ad andarci. Paura non se ne deve avere, tu magari prova una volta e se poi non ti andasse ne prenderai atto. Ma tieni conto che come forse tu stessa seguendo un po' sia la rete che certa informazione, avrai visto, sta venendo sempre più fuori che molte cose non dovevano essere fatta e che, mettendola gentilmente, hanno "esagerato". quindi provaci, non farti rinchiudere.

Paola D. ha detto...

Grazie Daniele per i tuoi consigli. Purtroppo in tre anni non sono cambiate solo le abitudini ma anche le situazioni al contorno. È come trovarsi in un mondo nuovo e diverso e bisogna trovare la capacità e la forza di adattarsi.