mercoledì 19 agosto 2009

HA ANCORA UN SENSO OGGI LA FAMIGLIA?

Traendo spunto dall'ultimo libro di Vincenzo Cucinotta "L'IDEOLOGIA VERDE",sento l'esigenza di affrontare un tema che, per le sue numerose implicazioni ideologiche, mi appare molto delicato.

Scrive Cucinotta alle pag.163-164:

1-"La famiglia è a mio parere una struttura ormai storicamente superata, essa va considerata come vestigia del passato."

2-"La famiglia è un'istituzione economica che, in un mondo in cui la donna è chiamata a svolgere funzioni lavorative come e più dell'uomo, in cui le condizioni in cui si svolge la nostra esistenza non giustificano più la convivenza coi nonni sotto lo stesso tetto, non ha più alcuna ragione d'essere."

3-"Bisognerebbe superare il concetto imperante che i piccoli appartengono a che li fa, finchè ci si mantiene in queste coordinate, saremo sempre in un mondo feudale."

E ancora:

4-"Dovremo provare a dirigerci verso una società che considera i piccoli (cuccioli?)come una risorsa collettiva, dove ogni uomo opera per l'interesse collettivo, senza che le appartenenze familiari conducano a un'inevitabile frammentazione di interessi , ognuno strenuamente impegnato a favorire i propri piccoli ( cuccioli?) a danno degli altri."

Riguardo al punto 1-:Se intendiamo per famiglia la famiglia patriarcale, essa, per fortuna è storicamente superata, questo non lo trovo vero però per la famiglia, chiamiamola "moderna", in cui ognuno di noi trova il suo punto di riferimento-rifugio, sia dal punto di vista materiale che affettivo e senza la quale l'uomo( anche la donna ovvio) si sentirebbe terribilmente solo .

C'è anche il problema logistico: che ne faremmo degli appartamenti? Dovremmo tutti andare a vivere in grandi comunità alquanto promiscue? e allora bisgnerà ricordare quello che scrisse Jean Paul Sartre in un suo libretto che lessi parecchi anni fa e che si intitola LA PORTA CHIUSA, dove egli paragona quella maledetta abitazione, in cui tante persone sono costrette a convivere, all'inferno ( dev'essere proprio così l'inferno!), oppure dovremmo ognuno costruirci la nostra casetta,creando una frammentazione della società e uno spreco mai visto prima?

O forse sabebbe meglio per la società che tutti vivessimo da barboni?

Vi chiedo scusa, adesso sono stanca, continuerò l'analisi degli altri punti nei prossimi post.

11 commenti:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Giusto per completezza, riporto il seguente passo che hai trascurato:

"Naturalmente, qualsiasi tipo di convivenza tra persone adulte e consenzienti andrebbe secondo me garantita, poligamia inclusa, gli interventi legislativi dovrebbero riguardare soltanto i figli. Che ciò che rimarrebbe dopo aver tolto ai genitori molte delle funzioni di crescita e cura dei figli lo si voglia ancora chiamare famiglia, mi sembrerebbe una scelta stravagante."

Il punto che cioè volevo sollevare è se la famiglia debba costituire l'unica forma di convivenza come tu sembri dare per scontato. Nel mio libro, in realtà, a me interessa parlare solo dei bambini, delle scelte degli adulti non credo di dovere di dovermi occupare più di tanto.

mircomirco ha detto...

E' un tema cos' vasto e complesso che qualsiasi commento risulterebbe riduttivo Tanto è vero
che Cucinotta ci ha scritto un libro... per non essere riduttivo...
E' chiaro che da un punto di vista logico la tua domanda pressupone anche la possibilità che la famiglia non abbia più senso
Io sono comunque d'accordo che la sparizione della famiglia patriarcale sia stata un bene...
E nutro molte perplessività che l'educazione dei bambini sia fatta dalla "collettività" (istituzioni? Stato? comuni di destra o di sinistra?)
Non riesco a immaginarmi che cosa potrebbe accadere da un punto di vista ideologica con la collettivizzazione dell'educazione... chi decide i valori portanti dell'educazione, lo Stato? il partito? il governo?
Almeno nel casino odierno ci sono una pluralità di famiglie e quindi di valori educativi...
E poi diciamocelo, se togliamo i casi di violenza... qualsiasi famiglia in cui ci tocchi crescere ci si può sempre "salvare"
Da un'educazione collettivizzata... meglio non pensarci!

mircomirco

Vincenzo Cucinotta ha detto...

@Mirco
Essì, capisco che è dura da accettare l'idea di sottrarre ai genitori i propri figli. Però, diciamocelo: nei tempi del monopensiero diffuso dalla TV, l'educazione è di fatto già pesantemente collettivizzata. Il problema è sempre lì: la facoltà teorica di scelta che ci danno, per esempio riguardo all'educazione dei figli, è vera libertà di scelta, oppure ci hanno tanto condizionato a monte che faremo tutto quello che fanno gli altri senza bisogno di imposizione alcuna? Guardiamo alla nostra società, guardiamo se ci sono comportamenti conformistici. Prima di arrivare alla famiglia, nel libro discuto a lungo di questi aspetti preliminari, e questo è il limite di parlare di singoli passaggi estrapolandoli dal contesto generale.
Il mio ragionamento è che la famiglia costituisce un discrimine che impedisce l'attuazione delle pari opportunità, e quindi, finchè ci sarà la famiglia, saremo in una società sostanzialmente feudale.
Del resto, io lancio un'idea, e credo che il modo in cui queste strutture di crescita dei bambini saranno realizzate, ne determinerà le caratteristiche: io penso a strutture aperte, mica a riformatori!!! Anche questo non si può dedurre dalle poche frasi riportate da kinnie51.
Infine, mi colpisce il fatto che le uniche due bloggers che mi hanno voluto leggere e riportare loro impressioni, si soffermino proprio su questo specifico capitolo del libro, quello che sin dalla sua stesura, sapevo che sarebbe stato il più contestato. Ciò, bada, malgrado io esprima nel mio libro concetti ben più dirompenti per il pensare comune, ma la famiglia è la famiglia: non per niente siamo italiani :-D
Infine, se vuoi leggere anche tu il mio libro, non fare complimenti :-D

mircomirco ha detto...

Non scrivo volentieri con il registro serioso... ho sempre l'impressione di star dicendo delle stupidaggini...Sono e rimango un autore comico-umoristico e vorrei sempre scrivere solo e soltando giocando con le parole...
Non è solo la nostra attuale soicetà ad essere "monopensiero" lo è la società in genere proprio perchè associazine di persone...
penso a soicetà come quella dei pellerossa e a quella della nostra civiltà contadina... diverse ma entrambe dominate dal monopensiero
(che non è il risultato della televisione)
Nei villaggi pellerosse tutti e dico tutti condividevano (come nei paesi contadini)gli stessi usi costumi e valori tanto che per distinguersi in un qualcosa di diverso si chiamavano con degli appellativi Toro seduto, Luna calante, Cavallo pazzo, che in qualche modo marcasse la diversità che sul piano dei valori e degli usi e costumi era identica
I soprannomi sono per lo stesso motivo presnti nella civiltà contadina...
Certo vi erano enormi differenze tra una tribù e l'altra tra un paese contadino del sud e uno del nord ma all'interno di ogni piccola comunità il conformismo era pressochè totale...
Il conformismo non è un'invenzione moderna...
Quello quindi che volevo dire nel mio primo commento è che una società come la nostra che conosce forme di monopensiero non prevede ancora la trasgressione come reato (non parlo di casi estremi) ma di valori educativi ... in una educazione collettivizzata, anche se non riformatoriale, il rischio di renderla "reato", comunque condannabile socialmente, è grande....

mircomirco

Paola D. ha detto...

@Vincenzo: Pregio e limite del tuo saggio è proprio l'aver voluto affrontare troppe questioni in un unico libro;questo è un merito che ti si può ascrivere, ma devi anche considerare che , proprio per questo non puoi sperare che si sia d'accordo proprio su tutto.
Se le donne si sentono toccate quando affronti l'argomento famiglia è naturale:sono esse stesse che l'hanno creata.E se poi dici che i bambini nei primi anni devono essere curati esclusivamente dalla madre mi dici nel frattempo il padre che fa?
I genitori sono due ed entrambi debbono collaborare per garantire la crescita armoniosa della loro personalità, e come lo fanno se non convivono? L'esempio poligamico va forse bene nei sultanati del medio oriente, ma non quì da noi dove vige o meglio vorremmo che ci fosse un vero clima di democrazia.
Se io fossi in te scriverei un altro libro, o meglio, altri libri che affrontino di volta in volta le singole questioni in modo più approfondito di quanto lo si possa fare in un concentrato di appena 175 pagine.
Scusami, ma io in questo peiodo non riesco ad avere peli sulla lingua.
Per quanto riguarda la cura dei piccoli( cuccioli?)ho già accennato qualcosa nel post su Rousseau,ed ho quasi pronta una bozza che pubblicherò credo stasera stessa.
Il riferimento alla natura va fatto secondo me nella sua totalità e non solo nei riguardi dei mammiferi.Guarda per esempio gli alberi, che sono l'equivalente nostro nell'evoluzione del regno vegetale.

PS:io ho studiato che in origine tutti gli animali erano ovipari e che solo successivamente alcuni( quelli di piccola taglia)sono diventati mammiferi(trattenendo l'uovo)per proteggere la prole dai predatori.
I provvedimenti legislativi purtroppo devono riguardare soprattutto gli adulti perchè molti di loro non sono che bambini non ancora cresciuti.
E adesso mi fermo senno questo non è più un commento.

Paola D. ha detto...

grazie della visita e di aver completato di dire quello che io non ho detto.
Per me, il più alto livello d'intelligenza è proprio l'umorismo (che io non ho in abbondanza purtroppo).

Vincenzo Cucinotta ha detto...

@mirco
E invece la TV c'entra, eccome se c'entra! Nel passato, in assenza dei mezzi di comunicazione tecnologci che oggi abbiamo, le comunità erano microcomunità, separate significativamente tra loro (anche questo c'è già scritto sul libro!), e bastava andare dalla campagna alla grossa città più vicina per trovare un'altra mentalità, altri costumi. La comunicazione tra un centro e l'altro avveniva faticosamente, in sella ai cavalli direi. Paradossalmente, queste microcomunità erano molto meno omogenee al loro interno, proprio in funzione deim viaggi fatti, del ruolo svolto nella comunità, perfino in base alle amicizie, alle letture. Ora, se ci si sposta, si finisce sempre dalla stessa parte, checchè ne pensino i leghisti che vorrebbero valorizzare culture locali ormai estinte da tempo. Si impara dalla TV, almeno per la maggioranza delle persone. Posso fare l'esempio dei jeans a vita bassa che nel giro di poche settimane vedevamo improvvisamente addosso a un numero elevatissimo di ragazze: una volta, ciò era assolutamente impensabile.
Sulla trasgressione, ce ne sarebbe da scrivere, ma essa per essere tale, deve essere individuale, non può esistere una trasgressione collettiva, salvo diventare conformismo. Per questo, quello che io propongo è alzare l'asticella del salto in alto: chi vuole trasgredire, deve essere selezionato, verificando quanto sia disposto a investire: se metto l'asticella a 30 cm, la passeranno tutti seguendo semplicemente il primo che la passa, riproducendo in questo modo il comportamento conformistico.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

@kinnie51
Ti do' perfettamente ragione, e in realtà questo voleva essere un libro introduttivo, ma scrivere libri costa ben più che scrivere post, e finora purtroppo le vicissitudini del mio libro non giustificano questo mio investimento in eenergie, Comunque, non dispero, alla fine qualcos'altro scriverò, e forse ti riavrò come una delle poche mie lettrici :)
In quanto alla poligamia, al contributo di entrambi i coniugi, i tuoi sono punti di vista assolutamente accettabili, ma se vogliamo essere democratici, suona strano lasciare quello che non condividiamo fuori.

Paola D. ha detto...

@Vincenzo: e infatti io non lo lascio fuori, tant'è vero che leggo e rileggo il tuo libro che pure in tante parti non condivido.
Una buona serata:)

Toyo Perplesso ha detto...

Interessante discussione. Penso che leggero' anche io il libro in questione.
Ciao!
Mister_NixOS

Paola D. ha detto...

E si, Vittorio, faresti bene:è un libro che si legge con piacere ed è ricco di spunti di riflessioni.
Così potresti aggiungerti ai commenters. Ciao :)