martedì 5 gennaio 2010

INTELLIGENZA E/O CULTURA

Da un recente commento ad un mio precedente post dal titolo " intelligenti si nasce o si diventa", ho preso lo spunto per un'ulteriore riflessione su cosa sia effettivamente l'intelligenza e su cosa sia la cultura, o meglio, se le due cose vanno di pari passo, si influenzino a vicenda, oppure si possa essere intelligenti senza essere colti e viceversa.

Da un articolo sull'intelligenza che ho letto recentemente, emerge che non sarebbe corretto parlare di intelligenza, ma di intelligenze.
Infatti alcuni studiosi ne hanno individuato almeno nove tipi che qui di seguito elenco:

In particolare,lo psicologo statunitense Howard Gardner distingue ben 9 tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello, di cui fa parte anche l'intelligenza logico-matematica (l'unica su cui era basato l'originale test di misurazione del QI). Ecco, qui di seguito, i 9 macro-gruppi intellettivi:
Intelligenza Linguistica: è l'intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Un noto possessore di tale intelligenza era Thomas Eliot. Possono averla poeti, scrittori, linguisti, filologi, oratori.
Intelligenza Logico-Matematica: coinvolge sia l'emisfero cerebrale sinistro, che ricorda i simboli matematici, che quello di destra, nel quale vengono elaborati i concetti. È l'intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche. È l'intelligenza di Albert Einstein. La possiedono solitamente scienziati, ingegneri, tecnologi.
Intelligenza Spaziale: concerne la capacità di percepire forme ed oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali in base a schemi mentali piuttosto complessi. Un suo rappresentante potrebbe essere Leonardo Da Vinci. La possiedono scultori, pittori, architetti, ingegneri, chirurghi ed esploratori.
Intelligenza Corporeo-Cinestesica: coinvolge il cervelletto, i gangli fondamentali, il talamo e vari altri punti del nostro cervello. Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti. Ce l' hanno in misura peculiare ballerini, coreografi, sportivi, artigiani.
Intelligenza Musicale: normalmente è localizzata nell'emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musicale elaborano la melodia in quello sinistro. È la capacità di riconoscere l'altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e contrappuntistiche. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l'uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce. Esempio: Ludwig Van Beethoven. La possiedono prevalentemente i musicisti e i cantanti.
Intelligenza Interpersonale: coinvolge tutto il cervello, ma principalmente i lobi pre-frontali. Riguarda la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. È presente in maggior misura in politici, leader, imprenditori di successo, psicologi. Un esempio di quest'intelligenza può essere Barack Obama
Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in ruoli e sentimenti diversi dai propri. Non è prerogativa di qualcuno, benché la possiedano, in particolare, gli attori.
Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. Un esempio plastico di questa intelligenza è Charles Darwin. È l' intelligenza tipica di biologi, astronomi, antropologi, medici ed altri.
Intelligenza Esistenziale: rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi dell'esistenza, come la natura dell'uomo, e di ricavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente. È tipica dei filosofi e degli psicologi, e in parte anche dei fisici. Un'eccellente intelligenza esistenziale ce l'aveva Immanuel Kant igenza linguistica

Di questi nove tipi c'è chi alla nascita è maggiormente dotato dell'una piuttosto che dell'altra, chi ne possiede più di un tipo ed infine ci sono quelli che le possiedono tutte e sono gli individui cosiddetti versatili, che si destreggiano egregiamente nell'uno o nell'altro campo del sapere o delle attività umane.

Detto questo, non capisco che senso abbiano i cosiddetti test intellettivi che sono costruiti a misura di un tipo di intelligenza ideale e che quindi non è riscontrabile nella realtà.

Ci sarebbe da aggiungere, e in questo tutti i commentatori del post di riferimento sono concordi, che l'intelligenza, di qualunque tipo esso sia, si può potenziare con l'esercizio o, al contrario, si perde se non viene esercitata.

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Passiamo quindi al secondo punto citato dal mio commentatore Alex, il quale afferma che la cultura può mascherare l'eventuale mancanza di intelligenza. Ed io vorrei quindi prima accertarmi su cosa si intende generalmente per cultura.

E qui cito Wikipedia, dove dice che:

"il concetto moderno di cultura può essere inteso come quel bagaglio di conoscenze ritenute fondamentali e che vengono trasmesse di generazione in generazione. Tuttavia il termine cultura nella lingua italiana denota due significati principali sostanzialmente diversi:
Una concezione umanistica o classica presenta la cultura come la formazione individuale, un’attività che consente di "coltivare" l’animo umano (deriva infatti dal verbo latino "colere"); in tale accezione essa assume una valenza quantitativa, per la quale una persona può essere più o meno colta.
Una concezione antropologica o moderna presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi, delle credenze, degli atteggiamenti, dei valori, degli ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni o società del mondo. Concerne sia l’individuo sia le collettività di cui egli fa parte. In questo senso il concetto è ovviamente declinabile al plurale, presupponendo l'esistenza di diverse culture, e tipicamente viene supposta l'esistenza di una cultura per ogni gruppo etnico o raggruppamento sociale significativo, e l'appartenenza a tali gruppi sociali è strettamente connessa alla condivisione di un'identità culturale."

Essendo quindi la cultura una valenza più quantitativa che qualitativa che mi pare di intendere come l'insieme delle nozioni che l'individuo o la comunità hanno accumulato nel corso del tempo, si può definire più colto un individuo che possiede un maggior bagaglio di conoscenze e analogamente più colto un popolo che possiede una maggiore quantità di tradizioni.

Ma per me la parola cultura non può prescindere da un diverso atteggiamento mentale rispetto a chi non è colto, in quanto ogni apprendimento provoca delle modificazioni a livello cerebrale, quindi intelligenza e cultura sono strettamente correlate e camminano di pari passo e non ha ragione il mio commentatore il quale sostierne che la cultura serve a nascondere la mancanza di intelligenza, a meno che non si tratti di vera cultura ma di nozionismo e sofistica.

6 commenti:

Alberto ha detto...

Stempero un po' la serietà dell'argomento con questa che ho sentito ieri
"La gente è troppo furba per essere intelligente."

Paola D. ha detto...

Ottima battuta. Mi sa che la gente ormai confonde l'intelligenza con la furbizia. Grazie. Ciao.

md ha detto...

a sbeffeggiare il mito del QI ci aveva pensato Enzensberger in un piccolo saggio pubblicato un paio d'anni fa intitolato "Nel labirinto dell'intelligenza". Magari, se non lo conosci, ti pòuò interessare. Lo avevo recensito qui:
http://mariodomina.wordpress.com/2008/05/04/nel-giardino-labirinto-dellintelligenza/

Paola D. ha detto...

@Si. però, quello che maggiormente mi interessa è il rapporto fra intelligenza e cultura.
Se trovi qualcosa me lo fai sapere?

Licia Titania ha detto...

A volte ho trovato che le persone molto intelligenti, che per qualche motivo non sono riuscite a far loro la "cultura", diventano frustrate, colme d'ira e di energia repressa. Questo mi fa molta paura, soprattuttoo per i giovani d'oggi, ai quali si cerca di sottrarre la cultura in ogni modo, incitandoli a vivere in una sorta di perenne "Paese dei Balochi".
Poi, facendo il discorso al contrario, il fatto di essere molto colti non impedisce certo, in alcuni casi, di essere anche molto ottusi.
Ciao Paola.

Paola D. ha detto...

Io credo che le persone veramete colte e non quelle semplicemente erudite, sviluppino una forma di intelligenza che, quando non è accompagnata da presunzione, risulta a volte difficile da comprendere per le persone considerate normali. Poi ci sono gli aspetti caratteriali che ci indirizzano verso l'uno o l'altro tipo di cultura.
E poi, secondo me, il confine fra intelligenza e stupidità è molto labile: possiamo avere delle geniali intuizioni in certi campi e non capire nemmeno le cose più elementari in altri.