lunedì 24 maggio 2010

SCENARI EUROPEI

Leggo quasi sempre, la domenica, su Repubblica,il lungo editoriale di Eugenio Scalfari che settimanalmente racconta, in modo sintetico e chiaro, gli avvenimenti politici che hanno assunto maggiore rilievo nel corso della settimana.
Quello di ieri, dopo una prima introduzione rivolta alla situazione italiana, rivolge lo sguardo all'Europa, con i destini della quale non possiamo non sentirci collegati, data la crisi economica e lo spauracchio generato dalle recenti disavventure della Grecia.

La domanda che egli si pone, "Reggerà l'Europa?", apre scenari inquietanti, che vedono L'unione europea in serio pericolo e la necessità di operare delle scelte rapide da parte dei goveri ad essa aderenti, ed in particolare di quello italiano (L'articolo si conclude con un appello a Tremonti).

Le soluzioni che egli intravede in questo periodo di grave crisi in cui l'Europa più che mai si manifesta per quello che è, cioè una entità anomala dove esiste una Banca centrale europea che è l'unica a non essere supportata da uno Stato che le stia alle spalle, sono due:

1)Fare diventare rapidamente l'Unione "uno Stato, con un suo bilancio, una fiscalità,un Parlamento con candidature europee anzichè nazionali, una sua politica estera, una difesa comune."

2)"L'altra strada, egli dice, è quella proposta dalla Germania: invece di una cessione di sovranità dagli Stati all'Unione, una delega ai paesi più forti per governare l'economia e la finanza dell'intera Unione."

Ma,a parte i malcontenti che questa proposta suscita nelle varie nazionalità, non si può non intravvedere che in realtà " si tratta di un'egemonia tedesca sull'Europa, sia pure con un diritto di veto della Francia e gli altri a reggere la candela."

I timori a questo punto nascono dall'associazione con gli scenari catastrofici che,nel secolo passato hanno visto come protagonista proprio la Germania e che si sono conclusi con uno spaventoso genocidio.

"La Germania, è vero, possiede a sua volta un'arma deterrente potentissima: se non si raggiungesse un accordo che la soddisfi, potrebbe decidere di uscire dall'euro e tornare al marco. Si assumerebbe la responsabilità- per la terza volta in un secolo- d'aver ucciso l'Europa e di avere al tempo stesso suicidato se stessa."

A questo punto, se le spinte disgregatrici dovessero avere il sopravvento, egli intravede una nuova barbarie impadronirsi dell'intera civiltà occidentale che si disgregherebbe in un "arcipelago gravido di contraddizioni tra deboli e debolissimi...rafforzando soltanto le criminalità organizzate e consegnando un immenso mercato alle bocche voraci dei poteri forti mondiali."

Sebbene questi scenari apocalittici siano da considerarso per il momento fuori dalle previsioni, egli ritiene opportuno che siano tenuti presenti, ammonendo che non è più tempo di occuparsi soltanto dell'utile proprio e della propia "casta" di appartenenza.

7 commenti:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Credo che però Scalfari scambi degli effetti per le cause. Qui, non c'è solo, e non c'è principalmente una crisi del disegno unitario europeo, qui c'è una crisi politica delle singole nazioni che la compongono. Invece di dire che l'europa non riesce ad esprimere una politica, dovremmo anche dire che nessuna delle nazioni che la compongono riesce a sua volta ad esprimere una politica, c'è una paralisi ideale, una incapacità a dare prospettive che abbiano una certa lungimiranza, che siano all'altezza dei problemi che abbiamo di fronte.
Naturalmente, dal mio punto di vista è tutto chiaro, è il vecchio, ormai ha superato i due secoli, disegno illuminista che si scontra con la realtà, con un uomo che non è quello che l'Illuminismo immaginava, e s'impone una nuova visione delle cose. ma si sa, io sono un pericoloso fanatico ed estremista... :-D
Paola, io veramente ti avrei risposto sullo stesso post in cui tu mi avevi gentilmente avanzato una proposta: se vuoi, puoi leggerla lì.

Paola D. ha detto...

@Vincenzo: ho inviato la lettera, ma non so se l'hai ricevuta all'indirizzo che mi hai indicato.
Riguardo al tuo commento su questo post, ci avrei giurato che avresti detto così:ormai sto incominciando a conoscerti e piano piano mi sto convincendo pure io.

Riccardo Uccheddu ha detto...

Per ragioni geopolitiche, è difficile che si arrivi ad una tale disgregazione.
Ma difficile non significa impossibile...
Certo, la Germania potrebbe sopravvivere alla DISunione europea, benchè con gravi rischi.
Il problema è che finora abbiamo avuto un'Europa delle banche, non dei popoli; con tutti gli inconvenienti ed anche le ingiustizie del caso.
Per me, bisognerebbe ripartire da una costituzione europea che si fondi sui DIRITTI delle persone: diritti molto pratici... casa, istruzione, lavoro, pace ecc.
Diritti che i banchieri vedono come il fumo negli occhi.

Paola D. ha detto...

@Riccardo: fra i DIRITTI delle persone , che tu citi, c'è n'è uno, nella Costituzione Americana, che ha dato il tutolo ad un film, che io ho visto,di Gabriele Muccino: LA RICERCA DELLA FELICITA'.
Mi vuoi dire tu che cosa ne persi di questo diritto e quale sarebbe questa felicità che i cittadini hanno il diritto di cercare?
Ciao, a presto.

Riccardo Uccheddu ha detto...

Penso che sia un fatto interiore e come tale, piuttosto soggettivo.
Stare in pace con sè stessi e con gli altri, vivere in armonia con la natura, saper evitare la "coltivazione" di problemi e rovelli spesso privi di reale consistenza...
Ma credo anche che il diritto alla ricerca della felicità sia qualcosa di molto pratico, che si intreccia alla dimensione interiore.
Per es., nel (bellissimo) film di Muccino, che ho visto anch'io i problemi del protagonista sono quelli di sbarcare il lunario... non riuscendo a far ciò, finisce per essere abbandonato dalla moglie, ha difficoltà a sfamare sè stesso ed il figlio...
Il lato interiore e quello soggettivo non possono quindi essere scissi da quello esterno ed oggettivo.
Lo vediamo anche noi oggi, in Italia e nel resto del mondo: la difficoltà nel trovare un lavoro (perfino uno che si trovi ben al di sotto dei propri studi e delle proprie aspirazioni!) ed a mantenerlo, può creare crisi personali gravissime.
Può portare anche a vergognarsi di fronte ai propri figli, parenti ed amici...
Crisi che in altri possono verificarsi anche per altri motivi, ma che nei disoccupati si verificano quasi matematicamente.
Non si può essere felici quando viene a mancare ancora prima del PANE, il rispetto o la fiducia in sè stessi.
A presto, ciao!

Paola D. ha detto...

@Riccardo: tornando al film, ricordo che, quando lo vidi, rimasi perplessa circa il messaggio di fondo che l'autore voleva comunicare. In sostanza , il protagonista, dopo tutte quelle peripezie e dopo essere diventato ricchissimo, pensi che alla fine l'abbia raggiunta questa tanto agognata felicità?

Riccardo Uccheddu ha detto...

Sono d'accordo, Paola.
Il messaggio è piuttosto ambiguo.
Per quanto riguarda me, non penso(come forse suggerisce il film) che la ricerca della felicità consista nel conseguimento della ricchezza.Nella liberazione dal bisogno, semmai.
In un lavoro che soddisfi il nostro io, oltre che il nostro portafoglio. Nel mantenere una rete di amicizie, nella coltivazione di interessi sociali e culturali, nel non tormentarsi con sensi di colpa spesso del tutto infondati.
Ecco,secondo, in che cosa consiste la ricerca della felicità.
Un caro saluto!