venerdì 26 giugno 2009

IL PUNTO SU DESTRA E SINISTRA

Dai tempi in cui Giorgio Gaber scrisse la famosa canzone, il dibattito su destra e sinistra e sul progressivo annullamento di questa dicotomia, non mi ha interessato più di tanto ed ho continuato ad immaginarmi la destra come la sostenitrice del trinomio Dio, Patria, Famiglia e la Sinistra come portatrice dei valori di Libertà ,Uguaglianza, Fraternità.

Riguardo la mia collocazione ideologica, le prime due parole della destra non mi hanno mai detto molto, mentre Famiglia sì, ed ho preso alla lettera il trinomio della sinistra. Risultato: una collocazione che presumo di Centro-Sinistra.

Oggi le cose sono veramente cambiate: destra e sinistra tendono sempre più a convergere verso il Centro, ed io non mi sento un'estremista.

Per cui ho deciso di fare il punto sull'evoluzione storica delle due concezioni citate.

Tutto cominciò, come è noto, nel 1789, quando le due posizioni trassero il nome dalla rispettiva collocazione sugli scranni dell'Assemblea Costituente.

All'inizio il dibattito tra destra e sinistra riguardava i sostenitori della monarchia da una parte e i fautori della repubblica dall'altra, con al centro comunque i sostenitori della monarchia costituzionale.

A partire dagli anni 1880, tale dibattito contrapponeva i sostenitori di una concezione "clericale" dell'ordine sociale, a quelli che concepivano una impostazione puramente laica, ed è quello che ha caratterizzato per vari decenni, la connotazione politica della destra e della sinistra.

A partire dal 1830, quando il capitalismo si impose alle forme economiche ereditate dal passato, grazie alla rivoluzione industriale, contemporaneamente al dibattito religioso, si svolgeva quello sociale caratterizzato dalla lotta di classe tra la borghesia e il proletariato, dibattito che è venuto via via intensificandosi grazie alla nascita del socialismo e allo sviluppo del movimento operaio.

Dopo la pausa della prima guerra mondiale, a partire dal 1917,tale dibattito si è risollevato con forza, grazie (o a causa?) della realizzazione del comunismo sovietico.

Dal 1920 fin quasi ai nostri giorni, essere di sinistra ha significato non più essere repubblicani, poichè tutti lo sono, non più essere laici, perchè vi sono dei cattolici di sinistra, ma essere socialista o comunista, cioè concepire , in forma rispettivamente riformista o rivoluzionaria, la pianificazione e l'intervento dello Stato nell'economia, dato che l'obiettivo è quello di garantire l'emancipazione collettiva attraverso la collettivizzazione dei mezzi di produzione.

Questo progetto è crollato dopo la scomparsa del modello sovietico, mentre la classe operaia, divenuta sempre più riformista e fautrice del consumismo, è diminuita quantitativamente per effetto della trasformazione tecnologica che ha favorito una crescente migrazione di lavoratori dal settore dell'industria a quello dei servizi.

Negli ultimi anni, la progressiva cancellazione dei fattori discriminanti le connotazioni di destra e sinistra è avvenuta in modo velocissimo, anche se ancora permane una certa identificazione tra destra = conservatori e sinistra=progressisti.

Ma, se si guarda alla situazione attuale, è la destra che ha assunto connotazioni progressiste, mentre la sinistra, spesso priva di punti di riferimento, si connota talvolta come conservatrice assumendo posizioni molto critiche nei confronti di questo progresso tecnologico, come è il caso dei verdi.

Anche lo stesso concetto di uguaglianza delle condizioni viene visto da numerosi uomini della sinistra come irrealizzabile e forse nemmeno auspicabile e si comincia a distinguere tra disuguaglianze "giuste" o "ingiuste".

D'altra parte nemmeno la destra è disposta a sacrificare il futuro del nostro pianeta al progresso tecnologico.

E allora? Si va forse verso il pensiero unico? O forse l'unica distinzione ancora possibile è fra quelli che capiscono e quelli che non capiscono, fra gli intelligenti e quelli che si adeguano, fra i leader e i gregari, frai i colti e gli incolti e in quest'ambito, qual'è la collocazione dei più ,diciamo, dotati, destra o sinistra?

O forse la distinzione riguarderà gli onesti e i disonesti? Non mi sembra una strada perseguibile. Sono molto confusa.

lunedì 22 giugno 2009

CONSIDERAZIONI SULLE TENDENZE IDEOLOGICHE ATTUALI

Per quanto io mi ritenga una profana in campo di dibattiti filosofico-ideologici, l'argomento mi incuriosisce alquanto, per cui ho cercato di documentarmi e di tracciare un quadro sintetico (e sommario) sulle correnti di pensiero dominanti in quest' epoca.

Nel dibattito teorico contemporaneo, mi sembra sia ancora presente e assai rilevante una corrente di pensiero che, rifacendosi direttamente a Nietzsche, non solo afferma che “dio è morto”, ma ci ricorda anche che il mondo reale NON ESISTE, COME NON ESISTE UNA CONOSCENZA UMANA OGGETTIVA.

Secondo questa impostazione NICHILISTA , la cultura occidentale avrebbe conquistato piena consapevolezza critica dell’inesistenza di QUALUNQUE FONDAMENTO, proprio perché avrebbe compreso che il proprio argomentare è sempre, ed inevitabilmente, dipendente dalle situazioni storiche e culturali.

Nella cultura post-moderna questa deriva nichilista ha assunto la fisionomia di un movimento che fa dell’assenza di ogni possibile fondamento l’elemento decisivo per la liberazione dell’uomo.

In questa prospettiva , ciò che libererebbe l’uomo sarebbe proprio l’assenza del fondamento: non sarebbe mai la conoscenza di ciò che è reale a liberare l’uomo, come insegnava Socrate sostenendo che la virtù è conoscenza, perché, al contrario, la verità coinciderebbe esclusivamente con ciò che ci libera (e quindi sarebbe soggettiva).

In altri termini il post-moderno disconosce completamente la possibilità stessa della conoscenza oggettiva (che interpreta in modo assolutistico e metafisico, quale conoscenza dotata di un fondamento assoluto) e sostituisce all’esigenza conoscitiva un’esigenza liberatoria basata sulla soggettività desiderante.

Su questa base si sviluppa l'OSCURANTISMO CULTURALE odierno che costituisce, a sua volta, la causa principale dell'alienazione della cultura contemporanea e della nostra società civile.

Questa impostazione mi sembra dare adito ad atteggiamenti che, per dirla in termini banali, orientano verso un liberalismo assoluto, che secondo me non può esistere, perchè implicherebbe l'assenza di regole che necessariamente limiterebbero questa pretesa libertà.


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Entro e contro questo specifico scenario del dibattito culturale contemporaneo , si è tuttavia sempre mossa, una differente tradizione di pensiero, quella del RAZIONALISMO CRITICO DI ASCENDENZA KANTIANA che ha invece messo al centro della propria riflessione il valore dell' ILLUMINISMO.

Questa composita tradizione di pensiero –che ha attraversato fasi e forme profondamente differenziate– ha sviluppato nel suo seno, con largo anticipo rispetto alle riflessioni del nichilismo contemporaneo, una profonda consapevolezza della necessità di ripensare fin dal principio la natura e lo scopo del sapere umano, nonché il valore pienamente etico del razionalismo conoscitivo tecnico-scientifico.

In questa prospettiva, la scoperta dell’impossibilità umana di accedere ad un sapere fondato in modo assoluto e intrascendibile, non implica affatto la negazione dell’oggettività della conoscenza.

Al contrario: la scoperta dell’impossibilità di mettere capo ad un sapere assoluto ed esaustivo si traduce in un fecondo criterio metodico in cui si deve sempre essere ben consapevoli che il nostro ragionare umano non può mai eliminare i “PRESUPPOSTI" del nostro argomentare perché, semmai, si basa sulla continua integrazione critica di questi presupposti.

Per l’intelletto finito dell’uomo i presupposti e I VARI PUNTI DI VISTA, sono sempre insopprimibili, proprio perché il nostro sapere costituisce costantemente sì un sapere oggettivo, ma collocato storicamente e culturalmente.

Ma il riconoscimento di questa condizionatezza storico-culturale non entra affatto in urto con la portata conoscitiva del nostro sapere, proprio perché l’uomo è stato capace di elaborare storicamente un sapere oggettivo mediante il quale ha potuto progressivamente modificare la sua esistenza terrena.

In quest' ottica, in cui il sapere non perde il suo significato oggettivo pur senza poter più attingere ad una dimensione assoluta, dogmatica ed intrascendibile, la VERITA' si configura sempre come lo strumento fondamentale ed irrinunciabile per la liberazione umana, e di conseguenza apre la prospettiva alla SPERANZA, intesa come possibilità per l'uomo di migliorare ulteriormente la propria esistenza.

Se il nichilismo postmoderno ha come suo motto la constatazione che la verità è solo ciò che ci libera, al contrario, per la tradizione neoilluminista, la VERITA' e la CONOSCENZA costituiscono elementi indispensabili ed irrinunciabili per porre in essere storicamente –e in modo reale e concreto– un autentico processo di liberazione.

Conoscenza e libertà appaiono quindi, secondo la tradizionale lezione illuminista kantiana , come i due aspetti complementari della medesima medaglia: senza libertà non vi è incremento della conoscenza, come del resto l’approfondimento della conoscenza rafforza e dilata la nostra libertà.

Una libertà che non è solo liberazione dal bisogno, ma è anche liberazione da ogni autoritarismo dogmatico proprio perché si riconosce che la nostra conoscenza, pur dovendo sempre prendere le mosse da alcuni presupposti (o dai nostri particolari “punti di vista”) tuttavia non ci preclude affatto la conoscenza del mondo vero, perché la verità oggettiva continua a mantenere il suo preciso significato giacché il VERO NON PUO' MAI ESSERE CONFUSO CON IL FALSO.

Muovendo da queste premesse, la storia culturale occidentale degli ultimi secoli può allora essere letta da un differente punto di vista che ci consente di reagire criticamente alla negazione del razionalismo, giungendo ad un diverso e più fecondo processo di liberazione che si basa sull’incremento del sapere critico e sulla PROGRESSIVA dilatazione della libertà umana entro un complesso e dinamico processo a spirale, per mezzo del quale libertà e conoscenza, intelligenza del mondo e volontà , costituiscono momenti irrinunciabili.


Chiedo perdono per la complessità di questo post, ma avevo bisogno di chiarirmi un pò le idee, anche se, per avere un quadro veramente completo del panorama ideologico contemporaneo, dovrei inserire la dimensione emozionale, che nel dibattito che ho citato è assente.
Mi ripropongo un'altra ricerca che integri le manchevolezze di quella presente.
Fin quì mi sembra chiaro che io propendo per la seconda impostazione filosofico-ideologica.

domenica 21 giugno 2009

MENO SOLIDARIETA' E PIU' GIUSTIZIA

Premetto che io non sono religiosa, o meglio, lo sono stata come tutti quelli che sono stati battezzati da piccolissimi senza la possibilità di esprimere il proprio parere e sono stati avviati al catechismo per perseguire regolarmente i sacramenti.

Da grande, mi sono resa conto dell'origine prettamente storica delle religioni e così ho smesso di frequentare la chiesa. Ciò non toglie che io possa apprezzare gli atteggiamenti di alcuni uomini di fede, specie quando si occupano di questioni sociali e umanitarie.

E' il caso di don Ciotti, cui è attribuita la frase che costituisce il titolo di questo post.

Egli infatti sostiene che vorrebbe un domani in cui la carità si fa di meno perchè non serve farla:
"perchè la casa, un salario, un'esistenza dignitosa saranno dati a tutti non come richieste di assistenza, ma come diritti, quegli stessi sanciti dalla Costituzione"

venerdì 19 giugno 2009

LODE ALLA DIGNITA' DELLE DONNE ISLAMICHE

Non che io approvi l'abbigliamento e il costume retrivo e sottomesso delle donne islamiche, ma penso che anch'esse, grazie all'uso sapiente di internet e al livello elevato degli studi di molte di loro, abbiano qualcosa da insegnare a noi occidentali che, per un malinteso concetto di emancipazione, siamo ormai diventate troppo poco sobrie anche a giudicare da certi abbigliamenti troppo appariscenti e provocatori che ostentano alcune ragazze che si sentono alla moda.

mercoledì 17 giugno 2009

STRANE INFIORESCENZE



Ci sono strane infiorescenze quest'anno nella mia campagna. Questo fiore di cardo l'anno scorso non c'era, o meglio, non così numerosi e grandi. Sono belli da vedere e strani. Peccato che si deteriorano appena li raccogli: si potrebbe farne una bella composizione rustica da mettere in un angolo della casa di campagna.


venerdì 12 giugno 2009

domenica 7 giugno 2009

A proposito di....velinismo, ecc.

Ricordo che una volta, alcuni anni fa, lasciai un tema ai miei alunni dell' istituto professionale, in cui si chiedeva di parlare sulla televisione.



Ricordo che tutti ne parlarono bene e si impegnarono nelle più varie divagazioni che l'argomento consentiva, convinti di avere a che fare con uno di quei compiti "salva-media".



Uno di questi ragazzi, il più spregiudicato, anticonformista, che si atteggiava a contestatore degli insegnanti, oltretutto più volte ripetente, mi scrisse un tema che voleva essere secondo lui provocatorio nei miei confronti, in cui dileggiava la tv odierna citando programmi tipo Grande Fratello e altre simili oscenità e concludendo alla fine con questa frase che mi è rimasta impressa in modo indelebile: "Se potrei (ndr) brucerei la televisione perchè fa schifo".



Grande fu la sua sorpresa quando si vide recapitare un bel sei, uno dei voti più alti di quel giorno ( più alto addirittura di quello della prima della classe, che meritò cinque).



"Lei non sa valutare, mi disse incredulo, ho fatto un tema da schifo e mi ha dato un voto più alto di colei che abitualmente si attesta sul sette ".

Bene, questo è un esempio di come a volte siamo convinti di essere quello che non siamo solo perchè così ci hanno sempre fatto credere di essere gli altri.

venerdì 5 giugno 2009

VORREI VEDERE UNA DONNA...

Vorrei vedere una donna leader di un partito politico. Di un partito nazionale che riscuota un buon numero di consensi.

Vorrei vedere una donna che gira per l'Italia a fare comizi e che risulti convincente, non solo per le donne.

Vorrei vedere una donna che non sia solo un'ancella di qualcun altro, ma che proponga delle idee innovative, dei valori largamente condivisibili.

Vorrei vedere una donna, una bella donna, ma che non sia ammirata per la sua bellezza; vorrei vedere una donna che, quando parla, la gente non si accorga se sia bella o no, ma ascolti semplicemente quello che dice, senza pregiudizi.

Vorrei vedere una donna che mi rappresenti, ma non perchè ci sono le quote rosa ( Abolite le quote rosa...!!!)

Quando vedrò una di queste donne alla guida di un grande partito, allora voterò.

Oggi, in questo preciso momento, io non mi sento rappresentata da nessuna di queste donne;

perciò ,domani e dopodomani, li trascorrerò in campagna, senza televisione, senza giornali e senza blog.

giovedì 4 giugno 2009

EFFETTO VALANGA 2

Dopo aver seguito le prime battute della trasmissione " Porta a Porta" di stasera, mi sento di riproporre un post scritto alcuni giorni fa un po' impulsivamente e delle cui convinzioni vorrei liberarmi, ma che puntualmente mi tornano in mente:

La deriva autoritaria ci sta travolgendo ed è difficile ormai fermarla.

Provo ad immaginare gli scenari futuri improvvisandomi per un attimo
scrittrice di fantascienza .

Le elezioni europee vedranno una netta maggioranza di PDL (che poi sia il premier ad occupare quei seggi o le veline fa lo stesso) e così inizierà la scalata all'Europa. (Fra le tante frasi buttate giù da Veronica, quella che mi ha più fatto riflettere è questa: "...come Napoleone").


Continuo il mio viaggio fantastico nel prossimo futuro dicendo che al
referendum vincerà il SI, e così molti "lacci e lacciuoli" verranno eliminati
non appena si passerà alle elezioni anticipate.

Da questo secondo passaggio in poi, l'ambizione di sostituisi ad Obama ,

nella guida del mondo ormai globalizzato, non sarà più una chimera.

Mi sono spinta troppo in là con la fantasia?

P.S.:oggi si può vivere fino a 120 anni.

mercoledì 3 giugno 2009

Ai suoi elettori va bene così

C'è un articoletto, sul Venerdì di Repubblica del 29 maggio 2009, che riassume chiaramente, in poche e semplici parole, il quadro politico, elettorale e sociale dell'Italia di oggi.

Avrei voluto riassumerlo, commentarlo , ma non mi sono sentita all'altezza del compito.

Non è stato possibile neanche linkarlo. Per cui vi sottopongo alcuni stralci che mi sono sembrati particolarmente significativi.
L'articolo è di Curzio Maltese che cura la rubrica "Contromano".

"Perchè Berlusconi si affanna tanto in tv e sui giornali per
difendersi dalle accuse dei giudici e di sua moglie [....]?

Di sicuro non perchè abbia paura di perdere consensi in patria.

Ai suoi elettori va bene così.


Tutte le cose che sono state dette fino ad oggi, sia sulla sua vita privata che pubblica
"non hanno scalfito di una virgola il bulgaro gradimento".

[...] Di sicuro avrebbe perso valanghe di voti se avesse deciso di rinunciare allo scudo del lodo Alfano e si fosse lasciato processare come un
cittadino qualsiasi.

I gesti di civiltà in Italia sono ormai considerati intollerabili segni di debolezza.[...]


La gran parte ( dell'elettorato) non gli crede esattamente come non gli crede chi scrive, soltanto non gliene importa nulla.
[...] Corrompere i testimoni di un processo? Massì, ma no,

chi se ne frega.

[...] Le tv e i giornali delle grandi democrazie, descrivono il nostro premier come un Caligola da operetta. E' a questa platea che sono rivolte le sceneggiate da innocente.

Agli elettori italiani bastano e avanzano una
strizzatina d'occhio e due battute da caserma."


Ecco, io mi vergogno di appartenere ad un'Italia così.