Ritorno bambina
E le paure incombono
Come banchi di nubi
Sul mio cuore.
Ad ogni lampo
Ritornano le nenie
Minacciose e imploranti
Di mia nonna :
Le sue fobie di allora
Sono le mie di ora!
Grandine e pioggia
Si abbattono impietose su di me
Che rannicchiata attendo,
Trepida e timorosa,
Che il cielo si rischiari.
E al primo raggio di sole
Spalanco le finestre in un sorriso.
[non è più così, purtroppo]
7 commenti:
Io non scrivo poesie e non sono all'altezza di valutarle.
In ogni caso quello che ho letto, la memoria di nenie noiose, ha suscitato in me una buona impressione.
Ciao.
Non so fino a quanto "buona" ;)
Quando ero piccolo non mi piacevano le favole solite; mi annoiavo e me ne andavo via, lasciando il narratore, chiunque fosse, con un palmo di naso.
Mi piacevano, invece, le favole paurose, quelle che mi spaventavano.
I racconti gotici, per intenderci. Una, in particolare, sicuramente inventata, se non ricordo male, raccontava in mille maniere diverse sempre lo stesso accadimento: una bambina povera, moriva, ma poiché era bellissima, diventava una stella.
Di solito me la indicavano pure nel cielo, se era possibile farlo.
Quando, dopo le mie petulanti insistenze nel sentirlo, il racconto, che pure conoscevo, si avvicinava all’epilogo, mi mettevo a piangere e mi scagliavo, con tutta la mia rabbiosa debolezza contro chi raccontava, dimentico delle mie insistenti richieste, imputandogli la colpa del mio pianto.
Ricordo che piangevo con le lacrime copiose.
Crescendo smisi di piangere. E, da allora, non ho pianto più. Mi manca il pianto, i singhiozzi, ma ormai è tardi per i rimpianti.
Certi ricordi dell'infanzia rimangono impressi nella memoria. Il guaio è quando le emozioni ad essi connessi persistono nell'età adulta (io ho ancora paura del temporale).
Nel tuo caso le lacrime sono liberatorie per un bambino ma anche per un adulto :). Il guaio è che per una vita ti hanno ripetuto " Che sei piccola /o che piangi?". E allora non piangi più. Ma piangere a volte fa bene.
Mi dispiace che i commenti, una volta pubblicati, non si possono più modificare ma volevo aggiungere :Anche ridere fa bene, solo che ti dicevano "Risus abundat in ore stultorum" e allora non ridi più.
Complimenti per la poesia Paola.Preferisco tanto questi versi e quando ne leggo come questi provo una sensazione straordinaria.Oggi viviamo nell' epoca in cui anche alla poesia si attribuiscono altri significati,come se non provassimo più il disincanto della natura a favore di un riflesso buio della nostra società .Saluti
Scusa, chi sei? Non mi piacciono i commenti anonimi
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