Pare che la guerra sia tornata di moda, giacché non si fa altro che parlare di guerra, o meglio, di guerre.
La guerra, le guerre, presenti o passate, pare che siano uno degli argomenti preferiti dagli italiani, specialmente di genere maschile direi.
Del resto i manuali di storia, in uso nelle scuole, di cosa parlano? Di guerre naturalmente. È così che si è fatta la storia, a colpi di guerre e di conquiste!
Mica si dà il giusto risalto ad altri tipi di conquiste, quelle sociali per esempio.
Quali sono i nomi che risaltano in grassetto? Quelli dei grandi condottieri, dei generali, degli strateghi.
Questo è diventato lo sport preferito dagli italiani : chi vincerà? quasi che si trattasse di una partita di calcio e non di gente che muore, di persone che muoiono di infrastrutture distrutte, di edifici da ricostruire, e che problema c'è?
È questo il problema : gli uomini primitivi non avevano altri mezzi per risolvere i conflitti che la violenza.
Ma noi, con tutta la cultura che ci siamo costruiti non abbiamo proprio altri modi per risolvere i problemi?
Ma come? Adesso abbiamo il linguaggio, la memoria, la logica, la matematica, la storia, la scienza, la diplomazia e tutto quel complesso di sovrastrutture culturali che Feud chiamava SUPER IO.
Possibile che non siamo capaci di un dialogo, un accordo, un compromesso, anche mondiale al giorno d'oggi?
Ricordo di aver letto da qualche parte una frase di Vittorino Andreoli che diceva pressappoco così :
" Il mondo è governato da gente che ha problemi psichiatrici".
16 commenti:
La guerra non è mai passata di moda, solo era geograficamente più lontana da noi.
Io parlo della guerra europea
Ok, la guerra nell'ex Jugoslavia non è poi così lontana. Fu dichiarata finita nel 1995.
Vicina o lontana, la guerra è un modo primitivo di risolvere i problemi. Se leggi bene il mio post, si vuole dimostrare che essa è incompatibile con la cultura e che evidentemente non ci siamo evoluti abbastanza da bypassare questa cruenta forma di violenza.
Si dice che la guerra faccia bene all'economia, specialmente degli stati uniti d'America. Ma quando cambieremo il nostro modo di fare economia?
La guerra attuale ci vede coinvolti e la percepisci maggiormente. Ma da sempre, lontano dall'Italia, ci sono sempre guerre.
Non so se hai letto il mio post ma io mi chiedo se oggi la guerra è ancora praticabile o ci sarebbe un altro modo per risolvere le controversie
La guerra è incompatibile con la cultura, è verissimo, ma è purtroppo compatibile con la natura umana, perché è figlia della conflittualità che per natura alberga dentro di noi. Dal punto di vista strettamente antropologico non c'è alcuna differenza tra due gang che si affrontano per strada o due popoli che si fanno la guerra. Con questo non voglio dare l'idea di giustificarla, intendiamoci, voglio solo dire che la conflittualità in tutte le sue declinazioni fa parte della natura umana.
La natura è costituita da istinti e non mi risulta che gli animali facciano la guerra, mentre noi che questi istinti dovremmo saperli controllare, la facciamo.
Non ha ragione Andreoli che dice trattasi di distorsioni mentali?
Sono gli animali che sono guidati da istinti, non gli esseri umani. Gli esseri umani sono guidati da pulsioni a meta indeterminata e queste pulsioni vanno indirizzate. Se si studia la storia dell'umanità si vede benissimo che l'uomo ha fatto la guerra da quando ha messo piede sulla faccia della terra. Guerra che era declinata nella forma di conflitti tra gruppi finché è stato cacciatore-raccoglitore e sotto forma di guerra organizzata e strutturata militarmente negli ultimi periodi della sua storia fino a noi.
Sarebbe bello cullarsi nell'illusione romantica che la guerra sia un errore commesso da pochi umani un po' squinternati, ma non è così. E lo dico con rammarico, sia ben chiaro.
Andrea, come dico nel post, migliaia di anni di evoluzione non ci hanno consentito di trovare un altro modo per risolvere i conflitti?
All'epoca di Gorbaciov si era cominciata la corsa al disarmo. Possibile che il "progresso" invece di andare avanti torna indietro?
C'è qualcosa che non quadra!
So che è difficile da accettare, e lo è perché noi abbiamo una visione "alta" dell'essere umano che non corrisponde alla realtà.
Ci ho scritto un post su questo argomento, tempo fa. Lo trovi al link qui di seguito. Se hai una decina di minuti ascolta lo spezzone di video che ho ripubblicato.
https://andreasacchini.blogspot.com/2023/03/possibile-che-nel-2022-gli-uomini.html
@Andrea
Queste tue parole mi riportano ad un altro tuo scritto(e lo ripeto guardacaso ancora una seconda volta)dove dici che la cultura,come conoscenza, può aiutarci molto per venire un po a capo su delle problematiche. Il problema è che spesso le diversità di pensiero degenerano dove da ambo le parti ognuno cerca di difendere la propria veduta soggettivandola a spada tratta, innescando conseguentemente un sistema di attrito che con la cultura ha ben poco a che fare.Dipende quindi dal senso che diamo alla parola "cultura",secondo me...alla capacità intellettuale che si acquisisce non tanto per nozioni ma per buon senso,che non vuol dire essere passivi su chi vuole prevaricare ma a saper capire il momento in cui la cosa possa degenerare per una mancanza di elementi rappresentativi del culto nei rapporti umani.
Linda
PER PAOLA: io non sono favorevole alla guerra, dicevo solo che purtroppo non nel mondo non c'è mai stato un solo periodo dove la pace fosse incontrastata dominatrice e la o le guerre fossero fuori moda e che anche in Europa purtroppo non si sfugge a questo infernale e laico dogma. IL modo ci sarebbe, basterebbe volerlo ma come in ogni cosa se manca la volontà non si può sperare che questa piaga possa avere fine.
PER DANIELE : La volontà manca perché ci sono interessi economici da difendere. Si dice che in America con questa guerra c'è un aumento considerevole del PIL. Purtroppo l'economia la fa da padrona e, come disse Machiavelli, il fine giustifica i mezzi, ma io non sono d'accordo con Machiavelli 😊
PER ANDREA : Ho ascoltato il video di Dario fabbri e in effetti non mi sembra che abbia parlato molto di geopolitica ma credo che la cosa principale che volesse dire è che, se nel mondo ci sono le dittature, è il popolo che le ha volute, è sempre il popolo il protagonista della storia, anche se nei libri non compare.
A tal proposito è esemplare quel che è accaduto in Iran, dove il popolo in rivolta ha invocato Komeini per instaurare un regime teocratico(contro cui oggi si stanno ribellano)
Mi viene da pensare che la libertà sia una parola astratta che in realtà nessuno vuole perché essa implica responsabilità e le responsabilità pesano.
Grazie per i tuoi interventi stimolanti.
PER LINDA : Sono d'accordo che la cultura non consiste in un insieme di nozioni ma nella capacità di pensare in maniera critica. (buon senso).
Ciao
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