martedì 26 gennaio 2010

L'infinitamente mutevole

Tanti argomenti mi affollano la mente in questa uggiosa giornata di pioggia. Ma, dovendo scrivere qualcosa, preferisco affidarmi all'impulso del momento e prendere una decisione , come si suol dire, d'istinto, e così opto per alcune riflessioni sulla vita ,a cominciare da quella di Sandro Penna.

La vita...è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all'alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell'aria pungente

Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l'azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
un mare tutto fresco di colore.


Queste sono le strofe più note, in cui il poeta esprime una visione della vita per quello che è: gioia mescolata a dolore come sfaccettature di sensazioni momentanee, prescindendo dal significato notoriamente trasgressivo che costituisce il tema di fondo della sua poesia.

Ma c'è un'altra poesia, forse meno nota, ma più esplicativa della visione di vita del poeta, che dà delle indicazioni esistenziali ben precise. Una lirica ricca di implicazioni concettuali, di Giuseppe Conte

Come chi volesse in una mano
chiusa a coppa, prendere una spiaggia
di sabbia e un oceano, grano
a grano, goccia a goccia,

come chi volesse sulla fronte

reggere il sole all’alba
chiuderlo sull’orizzonte
dentro a una foschia scialba,

è chi tenta di sentire
in sé l’essenza della vita,
meglio viaggiare,fuggire
come fa lei, l’infinita-

mente mutevole.

Da notare la spezzatura finale della parola infinita-mente che dà adito a più interpretazioni.
Qual è la vostra?

2 commenti:

Mastro Fabbro ha detto...

Più che un'interpretazione il mio è un rimando ad un aneddoto che mi è tornato alla mente.
Una raccolta medioevale di Exempla attribuisce ad Agostio di Ippona un episodio, che compare spesso nell'iconografia: mentre Agostino, camminando su una spiaggia deserta, meditava sul mistero della Trinità, vide un bambino che con un secchiello versava l'acqua del mare in una buca nella sabbia. Il Santo bonariamente lo avvertì dell'inutilità dello sforzo, ma il bambino, rivelatosi per un angelo, gli spiegò che una buca nella sabbia può contenere il mare più facilmente di quanto la mente umana possa contenere il mistero della Trinità.

Paola D. ha detto...

Si, effettivamente anch'io ricordavo vagamente questo aneddoto, anche se non conosco sant'agostino come filosofo.