lunedì 24 luglio 2023

Bruciano, gli alberi,

 Bruciano, gli alberi,


Lanciando al cielo


Un ultimo anelito


Di pietà.


E mentre un contadino incauto


Fugge,


Portando con sé il peso


Della sua colpa,


La natura freme, implora.




Ormai non è rimasta che una misera


Distesa di cenere


E, dove prima giocavano i fanciulli gioiosi,


Godendo della frescura


E delle tenere gocce di rugiada,


Un cane randagio


Vaga


Contemplando incredulo


L'infausto esito


Della distruzione umana.




Or piove e, nella landa desolata,


Tu scorgi stupito


Un tenero germoglio.


La Natura non si arrende :


E' la vita che, prepotentemente


Ricomincia la sua battaglia


Gloriosa.


4 commenti:

Gus O. ha detto...

È una poesia straordinaria.

Paola D. ha detto...

Sono contenta che ti sia piaciuta

Caterina ha detto...

Molto profonda questa poesia, arriva dritta all'anima. Bella, mi è molto piaciuta

Paola D. ha detto...

Grazie, Caterina. Sono contenta che ti sia piaciuta.