Bruciano, gli alberi,
Lanciando al cielo
Un ultimo anelito
Di pietà.
E mentre un contadino incauto
Fugge,
Portando con sé il peso
Della sua colpa,
La natura freme, implora.
Ormai non è rimasta che una misera
Distesa di cenere
E, dove prima giocavano i fanciulli gioiosi,
Godendo della frescura
E delle tenere gocce di rugiada,
Un cane randagio
Vaga
Contemplando incredulo
L'infausto esito
Della distruzione umana.
Or piove e, nella landa desolata,
Tu scorgi stupito
Un tenero germoglio.
La Natura non si arrende :
E' la vita che, prepotentemente
Ricomincia la sua battaglia
Gloriosa.
4 commenti:
È una poesia straordinaria.
Sono contenta che ti sia piaciuta
Molto profonda questa poesia, arriva dritta all'anima. Bella, mi è molto piaciuta
Grazie, Caterina. Sono contenta che ti sia piaciuta.
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