domenica 20 settembre 2009

LA DONNA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

SOGGETTO PRODUTTIVO NELLA SOCIETÁ INDUSTRIALE. Con la Rivoluzione francese e con la rivoluzione industriale dell'Ottocento cominciò a cambiare anche la prospettiva di vita della donna, che poté aspirare a divenire soggetto attivo, individuo a pieno titolo, futura cittadina. Si parlò allora di emancipazione, parola-simbolo a cui si accompagnarono lenti mutamenti strutturali (lavoro salariato, diritti civili, diritto all'istruzione). Il lavoro femminile aveva già contribuito in larga misura allo sviluppo economico della società tardomedievale. In un ambiente che si andava trasformando furono via via attribuiti alle donne specifici campi di competenza: casa, cortile, giardino, cura dei bambini, dei lavoranti, del bestiame minuto e, infine, i settori della produzione tessile, alimentare e del commercio al dettaglio. Si ricominciò anche a parlare di istruzione femminile e nelle scuole, in parte sottratte ai religiosi, apparvero le prime maestrine; di grande rilievo fu poi la presenza delle donne nel campo della medicina e in particolare della ginecologia, dove del resto esse erano gà apparse secoli prima con la scuola medica di Salerno (IX-XII secolo). Nell'ambito di una riscossa dell'individuo nella sua generalità, anche all'individuo femminile, in quanto simile a quello maschile (lavoratore e cittadino) cominciò a essere faticosamente riconosciuto il diritto a rompere i legami economici e simbolici che lo legavano al padre e al marito.PROTAGONISTE DELLA PROPRIA LIBERAZIONE. Pur nel cambiamento, tuttavia, l'era democratica non fu di per sé favorevole alle donne: in contraddizione con la conclamata parità dei diritti "dell'uomo" all'inizio si tentò di escluderle dalla vita pubblica, di rinchiuderle tra le mura domestiche. I movimenti femminili colsero questa contraddizione con l'obiettivo del raggiungimento della parità di sessi, provocando l'ingresso della donna nell'ambito della politica, fino ad allora di esclusivo dominio degli uomini. Nasceva così il modello della donna moderna e le identità femminili si moltiplicarono, vissute spesso in modo contraddittorio, soggette a tensioni che preludevano alla vita delle donne nel XX secolo. Con i rivolgimenti della seconda metà dell'Ottocento, e soprattutto con la belle époque, un sintomo del mutamento fu la maggiore libertà di movimento acquisita dalle donne nella vita sociale, sia in quanto individui sia nei rapporti con gli uomini. Anche la moda ne fu un esempio: se infatti il cambiamento nel vestire espresse in modo vistoso l'emancipazione della donna solo dopo la prima guerra mondiale, l'abbandono di stoffe pesanti e di stecche che imprigionavano in pubblico la figura femminile era già anticipata nelle vesti sciolte e fluenti che la moda dell'estetismo intellettuale degli anni ottanta dell'Ottocento, l'art nouveau e l'alta moda avevano largamente diffuso. La pratica sportiva, poi, permetteva ai giovani dei due sessi di incontrarsi al di fuori delle pareti domestiche e della parentela; la villeggiatura, dove le donne della borghesia erano raggiunte saltuariamente dai mariti, significò nuova libertà, accompagnata però da pesanti polemiche anche perché i bagni di mare rivelavano del corpo femminile più di quanto il perbenismo dell'epoca ritenesse tollerabile. Sul piano legislativo, nel 1840 negli Stati uniti fu sancito il diritto alla libera disponibilità dei guadagni, che venne poi man mano riconosciuto anche in molti paesi d'Europa insieme ad altri diritti patrimoniali; assai importante fu inoltre l'apertura alle donne delle università. Il primo paese a riconoscere i diritti politici alle donne fu la Nuova Zelanda (1893) seguita da dodici stati degli Stati uniti (1914) e da alcuni paesi europei; ma la storia del suffragio universale fu ancora lunga e tortuosa. Una donna nuova si presentò al XX secolo. La prima parità raggiunta dalla donna nel secolo delle masse fu quella della condivisione degli orrori che le guerre e gli stermini disseminarono sul suo cammino. Ma il secolo della tecnologia e della scienza, nella sua seconda metà e nei paesi industrialmente avanzati, fornì a uomini e donne una maggiore longevità e una migliore salute, più alti livelli di educazione e nuovi modelli di vita alimentati dalla moltiplicazione dei beni e dei consumi. Per le donne ciò significò innanzitutto una trasformazione del lavoro casalingo e del regime di maternità che, diminuendo il tempo necessario a tali attività, permetteva loro una maggior partecipazione alla vita sociale. In Italia le donne ebbero nel 1956 il diritto di sedere nelle giurie, nel 1960 il libero accesso alle cariche pubbliche; nel 1966 fu vietato il licenziamento per causa di matrimonio e nel 1977 ogni discriminazione legata al sesso sul lavoro; nel 1981 fu abolita la possibilità, per il colpevole di violenza sessuale, di evitare la condanna sposando la donna violentata. Ma soprattutto, per le donne a lungo prigioniere nella trappola di quella comunità naturale che era la famiglia e a lungo tenute lontane dalla dinamica dei diritti individuali, la modernità fu la conquista di una posizione da soggetto, da individuo a pieno diritto, da cittadina; la conquista di un'autonomia giuridica, economica e simbolica dai padri e dai mariti, che permetteva loro di lottare meglio, e più coscientemente, contro la differenza di genere persistente in tutte le società. Diversa fu l'evoluzione della condizione femminile nei paesi non toccati dalla rivoluzione industriale né dalla successiva diffusione dei consumi di massa. Vincoli religiosi e di tradizione rimasero molto forti, così che per esempio nei paesi arabi a regime coranico continuarono non solo la poligamia maschile, ma anche forme di repressione sessuale, di dipendenza economica e di disparità giuridica assai rilevanti; in molti paesi africani continuarono pratiche di primitiva chirurgia rituale sulle bambine come l'asportazione del clitoride e l'infibulazione (chiusura delle grandi labbra vaginali) talora importate dalle famiglie immigrate nei paesi europei in stridente conflitto con le leggi e il costume locali (processi contro madri africane che avevano operato o consentito interventi di infibulazione sulle proprie figlie furono intentati in Francia, su iniziativa di organizzazioni femminili, nei primi anni novanta del Novecento); in Cina continuò, anche dopo che il regime comunista l'ebbe vietata per legge, la pratica, tradizionale nelle famiglie contadine, di uccidere le figlie neonate per evitare di dover provvedere in futuro alla loro dote. Nei paesi dell'est europeo, rimasti estranei allo sviluppo capitalistico fino all'ultimo decennio del Novecento, fu garantita alle donne una parità giuridica totale o quasi che divenne reale nel campo degli studi e del lavoro, ma non furono superate le tradizioni che, nel privato, obbligavano le donne a farsi carico comunque della quota maggiore del lavoro domestico. Inoltre il crescente squilibrio tra paesi poveri e paesi ricchi portò, negli ultimi decenni del secolo, allo spostamento a volte volontario, a volte organizzato in una sorta di tratta, di donne dagli uni agli altri destinate alla prostituzione, a matrimoni combinati, al servizio domestico nelle famiglie.

10 commenti:

Miriam ha detto...

Sto seguendo la tua attenta ricostruzione storica dell'evoluzione storica della donna e devo farti i complimenti per come stai conducendo il tuo studio dettagliato e ricco di avvenimenti! Mi viene da pensare che allora il tempo non è trascorso invano per noi donne e che nonostante tutti i pregiudizi e i maschilismi, qualche lotta è andata a buon fine! Naturalmente non bisogna adagiarsi sugli allori, c'è ancora molta strada da percorrere e ancora molto resta da fare...
Per fortuna anche i tempi si stanno modificando e certe mentalità vengono influenzate positivamente, non bisogna (a mio modesto avviso) delegare nessuno, le donne sono le prime responsabili della loro realizzazione personale, culturale e sociale!
Ma questo è un pensiero ovvio...
Ciao carissima, è sempre un piacere seguirti!

Chiara di Notte - Klára ha detto...

Ciao, segnalata da un lettore del mio blog, ed avendo trovato interessenante il tuo, ti ho aggiunta con piacere al mio blogroll.
Buona giornata. :-)

Paola D. ha detto...

Miriam,mi fa piacere che trovi interesante la mia ricerca che ancora devo completare.
Ricambio i saluti.

Chiara di notte, ben venuta fra i lettori del mio blog, avremo modo di conoscerci.

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

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