Dai tempi in cui Giorgio Gaber scrisse la famosa canzone, il dibattito su destra e sinistra e sul progressivo annullamento di questa dicotomia, non mi ha interessato più di tanto ed ho continuato ad immaginarmi la destra come la sostenitrice del trinomio Dio, Patria, Famiglia e la Sinistra come portatrice dei valori di Libertà ,Uguaglianza, Fraternità.
Riguardo la mia collocazione ideologica, le prime due parole della destra non mi hanno mai detto molto, mentre Famiglia sì, ed ho preso alla lettera il trinomio della sinistra. Risultato: una collocazione che presumo di Centro-Sinistra.
Oggi le cose sono veramente cambiate: destra e sinistra tendono sempre più a convergere verso il Centro, ed io non mi sento un'estremista.
Per cui ho deciso di fare il punto sull'evoluzione storica delle due concezioni citate.
Tutto cominciò, come è noto, nel 1789, quando le due posizioni trassero il nome dalla rispettiva collocazione sugli scranni dell'Assemblea Costituente.
All'inizio il dibattito tra destra e sinistra riguardava i sostenitori della monarchia da una parte e i fautori della repubblica dall'altra, con al centro comunque i sostenitori della monarchia costituzionale.
A partire dagli anni 1880, tale dibattito contrapponeva i sostenitori di una concezione "clericale" dell'ordine sociale, a quelli che concepivano una impostazione puramente laica, ed è quello che ha caratterizzato per vari decenni, la connotazione politica della destra e della sinistra.
A partire dal 1830, quando il capitalismo si impose alle forme economiche ereditate dal passato, grazie alla rivoluzione industriale, contemporaneamente al dibattito religioso, si svolgeva quello sociale caratterizzato dalla lotta di classe tra la borghesia e il proletariato, dibattito che è venuto via via intensificandosi grazie alla nascita del socialismo e allo sviluppo del movimento operaio.
Dopo la pausa della prima guerra mondiale, a partire dal 1917,tale dibattito si è risollevato con forza, grazie (o a causa?) della realizzazione del comunismo sovietico.
Dal 1920 fin quasi ai nostri giorni, essere di sinistra ha significato non più essere repubblicani, poichè tutti lo sono, non più essere laici, perchè vi sono dei cattolici di sinistra, ma essere socialista o comunista, cioè concepire , in forma rispettivamente riformista o rivoluzionaria, la pianificazione e l'intervento dello Stato nell'economia, dato che l'obiettivo è quello di garantire l'emancipazione collettiva attraverso la collettivizzazione dei mezzi di produzione.
Questo progetto è crollato dopo la scomparsa del modello sovietico, mentre la classe operaia, divenuta sempre più riformista e fautrice del consumismo, è diminuita quantitativamente per effetto della trasformazione tecnologica che ha favorito una crescente migrazione di lavoratori dal settore dell'industria a quello dei servizi.
Negli ultimi anni, la progressiva cancellazione dei fattori discriminanti le connotazioni di destra e sinistra è avvenuta in modo velocissimo, anche se ancora permane una certa identificazione tra destra = conservatori e sinistra=progressisti.
Ma, se si guarda alla situazione attuale, è la destra che ha assunto connotazioni progressiste, mentre la sinistra, spesso priva di punti di riferimento, si connota talvolta come conservatrice assumendo posizioni molto critiche nei confronti di questo progresso tecnologico, come è il caso dei verdi.
Anche lo stesso concetto di uguaglianza delle condizioni viene visto da numerosi uomini della sinistra come irrealizzabile e forse nemmeno auspicabile e si comincia a distinguere tra disuguaglianze "giuste" o "ingiuste".
D'altra parte nemmeno la destra è disposta a sacrificare il futuro del nostro pianeta al progresso tecnologico.
E allora? Si va forse verso il pensiero unico? O forse l'unica distinzione ancora possibile è fra quelli che capiscono e quelli che non capiscono, fra gli intelligenti e quelli che si adeguano, fra i leader e i gregari, frai i colti e gli incolti e in quest'ambito, qual'è la collocazione dei più ,diciamo, dotati, destra o sinistra?
O forse la distinzione riguarderà gli onesti e i disonesti? Non mi sembra una strada perseguibile. Sono molto confusa.
Riguardo la mia collocazione ideologica, le prime due parole della destra non mi hanno mai detto molto, mentre Famiglia sì, ed ho preso alla lettera il trinomio della sinistra. Risultato: una collocazione che presumo di Centro-Sinistra.
Oggi le cose sono veramente cambiate: destra e sinistra tendono sempre più a convergere verso il Centro, ed io non mi sento un'estremista.
Per cui ho deciso di fare il punto sull'evoluzione storica delle due concezioni citate.
Tutto cominciò, come è noto, nel 1789, quando le due posizioni trassero il nome dalla rispettiva collocazione sugli scranni dell'Assemblea Costituente.
All'inizio il dibattito tra destra e sinistra riguardava i sostenitori della monarchia da una parte e i fautori della repubblica dall'altra, con al centro comunque i sostenitori della monarchia costituzionale.
A partire dagli anni 1880, tale dibattito contrapponeva i sostenitori di una concezione "clericale" dell'ordine sociale, a quelli che concepivano una impostazione puramente laica, ed è quello che ha caratterizzato per vari decenni, la connotazione politica della destra e della sinistra.
A partire dal 1830, quando il capitalismo si impose alle forme economiche ereditate dal passato, grazie alla rivoluzione industriale, contemporaneamente al dibattito religioso, si svolgeva quello sociale caratterizzato dalla lotta di classe tra la borghesia e il proletariato, dibattito che è venuto via via intensificandosi grazie alla nascita del socialismo e allo sviluppo del movimento operaio.
Dopo la pausa della prima guerra mondiale, a partire dal 1917,tale dibattito si è risollevato con forza, grazie (o a causa?) della realizzazione del comunismo sovietico.
Dal 1920 fin quasi ai nostri giorni, essere di sinistra ha significato non più essere repubblicani, poichè tutti lo sono, non più essere laici, perchè vi sono dei cattolici di sinistra, ma essere socialista o comunista, cioè concepire , in forma rispettivamente riformista o rivoluzionaria, la pianificazione e l'intervento dello Stato nell'economia, dato che l'obiettivo è quello di garantire l'emancipazione collettiva attraverso la collettivizzazione dei mezzi di produzione.
Questo progetto è crollato dopo la scomparsa del modello sovietico, mentre la classe operaia, divenuta sempre più riformista e fautrice del consumismo, è diminuita quantitativamente per effetto della trasformazione tecnologica che ha favorito una crescente migrazione di lavoratori dal settore dell'industria a quello dei servizi.
Negli ultimi anni, la progressiva cancellazione dei fattori discriminanti le connotazioni di destra e sinistra è avvenuta in modo velocissimo, anche se ancora permane una certa identificazione tra destra = conservatori e sinistra=progressisti.
Ma, se si guarda alla situazione attuale, è la destra che ha assunto connotazioni progressiste, mentre la sinistra, spesso priva di punti di riferimento, si connota talvolta come conservatrice assumendo posizioni molto critiche nei confronti di questo progresso tecnologico, come è il caso dei verdi.
Anche lo stesso concetto di uguaglianza delle condizioni viene visto da numerosi uomini della sinistra come irrealizzabile e forse nemmeno auspicabile e si comincia a distinguere tra disuguaglianze "giuste" o "ingiuste".
D'altra parte nemmeno la destra è disposta a sacrificare il futuro del nostro pianeta al progresso tecnologico.
E allora? Si va forse verso il pensiero unico? O forse l'unica distinzione ancora possibile è fra quelli che capiscono e quelli che non capiscono, fra gli intelligenti e quelli che si adeguano, fra i leader e i gregari, frai i colti e gli incolti e in quest'ambito, qual'è la collocazione dei più ,diciamo, dotati, destra o sinistra?
O forse la distinzione riguarderà gli onesti e i disonesti? Non mi sembra una strada perseguibile. Sono molto confusa.
4 commenti:
La divisione tra destra e sinistra non è una questione teorica e dirimibile su una base puramente logica. Sull'uso stesso di questi termini, si combatte un conflitto politico, e un po' tutto ciò che riguarda il significato attribuito o da atribuire a una parola è un affare politico: figurarsi per questi termini tanto usati ed abusati proprio in politica!
mettere ordine in proposito mi pare un'impresa impossibile, potrei suggerire un uso minore. e forse potreemmo essere d'accordo su questo loro ridimensionamento.
Comunque il riassunto che hai fatto dal punto di vista storico è molto interessante ed utile. Grazie, e buona serata a te.
Ciao kinnie51!
Sempre un piacere leggere i tuoi post!
Sicuramente la distinzione non e' fra onesti e disonesti. Forse ancora fra progressisti e conservatori, ma bisognerebbe specificare ambito per ambito. In breve mi sembra che siamo in un periodo politico storico di transizione, per descrivere il quale servirebbero altre categorie, che si stanno formando proprio adesso.
Ciao!
Mister_NixOS
@Vincenzo,Licia,Vittorio:grazie e buona serata a tutti voi.
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