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venerdì 15 gennaio 2010

RIPUBBLICO


Non ho potuto fare a meno di ripubblicare questa bellissima poesia apparsa ieri su Repubblica:

Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d' asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d' amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
"Ha sbagliato!",
Certo che ha sbagliato,
L' Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l' elemosina di un' attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all' ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra -"A quel paese!"
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.
ADRIANO SOFRI

giovedì 14 gennaio 2010

ANCORA UNA VOLTA, LA STORIA SI RIPETE.

Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d' asilo,


Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d' amianto,
O senza tetto,


Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
"Ha sbagliato!",
Certo che ha sbagliato,

L' Uomo Nero

Della miseria nera

Del lavoro nero, e da Milano,

Per l' elemosina di un' attenuante

Scrivono grande: NEGRO,

Scartato da un caporale,

Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,


Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)


Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,


Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,


E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all' ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto


Alla sua terra -"A quel paese!"


Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema


Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,


Né bontà, roba da Caritas, né Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.
ADRIANO SOFRI

sabato 21 novembre 2009

AFRICA


Mi sarebbe sempre piaciuto fare un viaggio in Africa, se non fosse che mio marito preferisce i paesi nordici. A me piace il caldo e questo tipo di vita direi avventuroso, alla scoperta di nuove culture, diverse dalla nostra, a contatto con una natura incontaminata.

Sentendo parlare della fame nel mondo, spesso mi chiedo come sia possibile che in un continente dove è iniziata la vita umana, almeno così sembra guardando lo stato delle ricerche attuali, si sia ancora, riguardo al progresso tecnologico, più vicini alla preistoria.

Cos'è che lì non ha funzionato riguardo all'evoluzione e al progresso?

Si dice, i fattori climatici, ma l'uomo è l'essere con la maggiore capacità di adattamento fra tutti gli esseri viventi.

Ora che, con la diffusione della televisione o con il contatto con persone che lì vanno a fare volontariato ( missionari, ecc.), alcuni hanno scoperto il nostro mondo , affrontano sacrifici immani pur di abbandonare la loro infelice TERRA.

Mi chiedo: Perchè non si riesce a far niente per migliorarla, cosa ha impedito loro il lento cammino dell'evoluzione che ha riguardato tutti gli altri uomini?

Si dice: lo sfruttamento dei paesi occidentali.

Ma Cina e India ce l'hanno fatta a sconfiggere la fame. Perchè in Africa no?

Ho sentito qualche giorno fa in televisione che , per eguagliare il mondo civilizzato, gli africani dovrebbero fare un salto difficilissimo da compiere per chi non ha strutture e conoscenze adeguate che si sono snodate nei secoli.

Eppure nulla è impossibile: persino nel deserto piove, solo che essi non sono capaci di raccogliere l'acqua per evitare che si disperda.

E i nostri aiuti, in termini di cibo o di adozioni a distanza, servono?

Servirebbe molto l'istruzione e per questo alcuni volontari hanno pensato bene di concentrare le riserve di cibo nelle scuole, così, attratti dal cibo, gli adolescenti ne escono acculturati e in grado di insegnare procedimenti e tecniche agricole anche agli altri.

Mi piacerebbe sentire le opinioni di qualcuno che sia più informato di me su questo argomento di cui sto cominciando solo ora ad interessarmi.

sabato 16 maggio 2009

mani inguantate


Farei qualunque cosa per aiutare questi poveretti.
A volte mandiamo dei soldi. Per la festa di laurea di mio figlio, invece delle solite bomboniere, abbiamo inviato il corrispettivo della spesa( e anche di più)ad un' associazione che si occupa di alleviare i disagi delle popolazioni africane.

Ma che se ne fanno quei poveretti dei soldi? Lì non c'è niente da comprare, spesso non c'è neanche l'acqua! Certo si può costruire qualche ospedale, qualche scuola, ma non basta.

Se avessi una buona compagnia, sarei ben felice di recarmi là dove si può fare qualcosa di concreto per quei poveretti.