sabato 19 giugno 2021

LA PESTE E IL CORONAVIRUS

Propongo un testo che ho scritto l'anno scorso. 

Prendendo spunto dall'invito di Corrado Augias di andarsi a rileggere il capitolo sulla peste dei Promessi Sposi, l'ho fatto, e vi ho trovato molte somiglianze con la situazione attuale, ma anche molte differenze dovute all'evoluzione dei tempi e al progresso della scienza. 

Ma devo constatare che l'atteggiamento mentale della maggior parte di noi di fronte a un nemico sconosciuto che irrompe improvvisamente a sconvolgere le nostre vite, non è mutato. 

Manzoni descrive bene la diffidenza iniziale nonché l'incredulità che ci fa inizialmente sottovalutare il problema dicendo che si tratta di una semplice influenza e che i media esagerano, volendo in realtà nascondere chissà quale piano segreto, quale complotto internazionale ai nostri danni.

Non appena, nel capitolo citato, si diffonde la certezza che trattasi di un'epidemia, subito si va alla ricerca della "causa" che ha scatenato il contagio, che viene individuata nei Lanzichenecchi che, guarda caso, venivano dalla Germania. Ognuno va a caccia dell'untore e si diffonde la diffidenza tra le persone. 

Il medico Ludovico Settala, che per i lunghi anni della sua vita era stato grandemente stimato per la sua attività e i suoi meriti, viene addirittura aggredito per aver detto la "verità" e cioè che, per evitare il contagio, bisogna stare isolati. 

Il governatore ritarda a promulgare la "grida", essendo in tutt'altre faccende affacendato e prendendo sottogamba la situazione. L'unico che si adopera per cercare di limitare il contagio è, come al solito, il cardinale Federico che raccomanda ai parroci di diffondere le norme per prevenire il contagio. 

L'angoscia serpeggia tra la popolazione e intanto la peste invade, guarda un po', Milano. 

La differenza tra angoscia e paura l'ha ben descritta qualche giorno fa, tra gli altri, Massimo Recalcati, ma anche Umberto Galimberti. 

Per limitare l'aggressività che l'angoscia produceva nella gente, il medico Settala si vide costretto a denunciare come "strega", e quindi untrice, una povera servetta la quale fu messa al rogo e così il capro espiatorio fu bell'e trovato. 

Ma l'epidemia durò ancora a lungo e si dovettero inventare altre "prove" visibili che trasformassero l'angoscia in paura (più controllabile), e così si unse un muro di un unguento giallo che venne prontamente bruciato per dare un po' di sollievo alla paura delle persone. 

Vi risparmio la descrizione del lazzaretto che mi viene da paragonare, anche se impropriamente, ai nostri ospedali e i cappuccini che vi operavano, con grande pazienza e spirito di abnegazione, ai nostri eroici medici e infermieri. 

L'insegnamento che possiamo trarre da questa rilettura è che la situazione si protrarrà ancora a lungo, anche se le nostre condizioni di isolamento sociale sono di gran lunga migliori di quelle del 1630: abbiamo internet, i telefoni, che ci permettono di comunicare con i nostri simili. Dobbiamo cercare di non alimentare sentimenti di sospetto e ostilità verso chi è costretto a uscire per motivi di necessità e di rispettare le norme per fare in modo che questa situazione duri il meno possibile, sperando che "dopo" saremo tutti migliori. 


8 commenti:

Mariella ha detto...

I Promessi Sposi sono uno dei miei romanzi preferiti e la passione non è mai venuta meno fin dai tempi del liceo. Hai ragione, sono parecchie le similitudini riguardo la nostra condizione attuale e i capitoli che avevano la peste quale portafonista del libro di Alessandro Manzoni. Dobbiamo avere pazienza e vaccinarci (noi per fortuna abbiamo più armi per ridurre i danni della pandemia). Finirà. Un abbraccio.

Andrea Sacchini ha detto...

Ho riletto un paio d'anni fa I promessi sposi e sì, le similitudini sono tante con quanto accade oggi, compresa l'iniziale sottovalutazione del problema. A dire il vero non l'ho riletto, l'ho solo letto integralmente per la prima volta dopo che, ai tempi delle superiori, ce ne avevano fatto studiare alcune parti. Bello, comunque. A cinquant'anni suonati si apprezza sicuramente di più rispetto alla lettura scolastica imposta.

Paola D. ha detto...

Sì, Mariella, oggi abbiamo più mezzi per combattere l'epidemia. Speriamo che funzionino. Un saluto e un abbraccio

Paola D. ha detto...

Sì è vero : a scuola ci facevano leggere solo alcuni brani. Io devo dire che non l'ho mai letto per intero ma a capitoli sparsi via via che seguivo i miei figli. In effetti Manzoni è grande e lo si apprezza di più in maturità. La stessa constatazione l'ho avuta rileggendo il Gattopardo che mi pare venga proposto in alcune scuole in alternativa al testo del Manzoni.

Riccardo Uccheddu ha detto...

Rieccomi, finalmente!
Ho apprezzato molto il tuo racconto, perché oltre che ben scritto, è collegato da un filo logico e storico di tutto rispetto.
Molto validi i tuoi riferimenti all'attuale problema (il covid) che evidenziano come in pieno XXI secolo, la diffidenza verso la scienza e per il pensiero critico ricordino ancora molto il clima culturale del '600.
Naturalmente, concordo anche con Mariella ed Andrea sul valore del romanzo.
Aggiungo che i "Promessi" ci ricordano quelli che sono i nostri vizi storici:
la pavidità di fronte ad un potere violento e corrotto (don Abbondio);
quel tipo appunto di potere, che utilizzava metodi mafiosi ante litteram (i bravi, don Rodrigo, l'Innominato);
la ricerca del capro espiatorio (gli untori);
il legalismo... illegale (Azzeccagarbugli).
Ho letto integralmente l'opera pochi anni fa, ma ogni tanto vado ancora a "beccare" qualcosa. Mi riferisco soprattutto al cap. XIV, quello in cui Renzo si ubriaca ed in una taverna espone agli altri avventori le sue idee su leggi e potere.
Sai Paola che il tuo post mi ha fatto venire voglia di scriverne uno anche io, appunto su quel capitolo?
Buona serata
Riccardo

P.S.: ho pubblicato e risposto ai tuoi commenti. Scusa ancora per il ritardo.

Paola D. ha detto...

Grazie mille Riccardo. Come sempre i tuoi commenti sono interessanti e ben articolati, ma il racconto di cui ti parlavo è un altro " Il primo ballo", che ora è andato un po' indietro perché nel frattempo ho scritto altro, ma a quel racconto tengo molto.
Ti saluto cordialmente e ti auguro una buona giornata. A presto

Paola D. ha detto...

Grazie mille Riccardo per i tuoi interventi sempre interessanti e ben articolati. Ma il racconto di cui ti parlavo è un altro "Il primo ballo" che ora è più indietro perché poi ho scritto altro. Mi piacerebbe che lo leggessi, se puoi.
Ti saluto e ti auguro una felice giornata. A presto

Romina ha detto...

Hai descritto molto bene le analogie fra la situazione riportata nel romanzo di Manzoni e quella attuale. Io sono un po' insofferente di fronte alle reazioni irrazionali di tanti, al negazionismo e al complottismo, e mi rendo conto che governare le masse quando accadono queste tragedie è molto difficile.
Speriamo di uscirne nella maniera meno dolorosa possibile
Ciao, Paola.